CENNI STORICI
La Porta Molino o Porta dei Molini era il principale dei quattro accessi regales che si aprivano nella cinta muraria medievale di Padova. Affacciata verso settentrione, si innalza al termine del romano Ponte Molino che attraversa il ramo del Bacchiglione chiamato Tronco Maestro dove sino 1884 funzionarono trentatré ruote di altrettanti mulini montati su barche, da cui la porta ed il ponte traggono il nome. Alta quasi 26 metri, venne eretta in pietra e cotto nel XIII secolo, fu pensata come accesso solenne alla stra' regia o stra' maggiore (ora via Dante), la via più importante di Padova. Il torrione si innalza esteriormente su una sorta di arco trionfale romanico in pietra - decorato pure da una coppia di leoncini - mentre all'interno si succedono due arcate - la più ampia e suggestiva è a sesto acuto - che permettevano di azionare le macchine di difesa, tra cui i grandi battenti incardinati negli alloggiamenti in pietra ancora visibili. Interessante l'accesso barocco al torrione superiore, costruzione del XVII secolo accostata alla facciata interna, sulla sinistra. Ai lati si dipanano brani delle mura comunali, che verso ponente proseguono per via del Casin Rosso. L'accesso pedonale è frutto di interventi ottocenteschi. Alla fine dell’Ottocento la parte superiore della porta fu utilizzata come vasca d’accumulo per la prima rete di distribuzione dell’acqua potabile in città. È probabilmente falsa (anche se accreditata da una lapide di Carlo Leoni) la diceria secondo cui Galileo Galilei, nel suo periodo padovano, avrebbe utilizzato la porta come osservatorio astronomico.
La Porta Ognissanti (Omnium Sanctorum in latino, detta anche Portello Nuovo o Venezia) è una delle porte tuttora esistenti nell'ambito delle mura cinquecentesche di Padova, notoriamente realizzate dalla Repubblica Serenissima. Come facilmente si comprende da una delle denominazioni del monumento, sorge nella zona chiamata Portello (ossia "piccolo porto", perché detta zona ospitava una sorta di arrivo - recentemente restaurato - per le imbarcazioni che collegavano lungo la Riviera del Brenta Padova con Venezia, ma è più probabile la recente ipotesi nel farla derivare al fatto che, precedentemente all'attuale porta, c'era un "Portello" (semplice porta pedonale o quasi). La porta in questione risale, per l'esattezza, al 1519, anno in cui prese il posto della porta Portello Vecchio, situabile nell'odierna via San Massimo. Presenta caratteristiche piuttosto diverse rispetto alle altre porte di Padova del medesimo periodo. Nella facciata che guarda all'esterno della città, è adornata da candida pietra d'Istria, con quattro coppie di colonne a loro volta sormontate da un architrave abbellito da quattro palle di cannone in trachite. A fianco alla base dell'antistante ponte sul canale Piovego a tre arcate, due leoni in pietra bianca montano perennemente di guardia. Nel complesso si tratta di un edificio che dissimula assai bene la sua natura di presidio tattico. Ancora oggi sono leggibili talune lapidi che commemorano le antiche origini della città, elogiandone al contempo il buon governo. A complemento di tanto splendore, dal 1535 un orologio svetta da una sorta di "torrino" (vagamente simile a quello del Quirinale), realizzato in pietra di Nanto, costituente la sommità dell'intera costruzione. Nella parte interna della porta, sono ravvisabili tracce di affreschi.
Bibliografia e Sitografia
https://it.wikipedia.org/wiki/Porta_Molino - https://it.wikipedia.org/wiki/Porta_Ognissanti
Articoli di approfondimento
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XIV sec.
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