Padova (castello Carrarese o Castelvecchio)

CENNI STORICI

L'origine dell'impianto principale con corte a forma rettangolare e tre corpi di fabbrica lineari (sud, est, nord) che chiudono lo spazio a ridosso delle mura medievali della città è sicuramente riferibile al 1242 ad opera di Egidio detto "Zilio" su ordine di Ezzelino III da Romano. Tale configurazione planimetrica di base è rimasta invariata fino ad oggi. L'intervento principale di "riattamento, accrescimento e abbellimento" risale al periodo di Francesco I da Carrara ad opera di Mastro Nicolò della Bellanda nel periodo 1374-78. A tale epoca risalgono le decorazioni a fresco arrivate fino a noi presenti soprattutto nella porzione d'angolo nord-est a destra dell'ingresso dalla piazza del Castello. Ai Carraresi però non possono essere attribuite trasformazioni essenziali per quel che riguarda la struttura dell'impianto della fabbrica. Un affresco del 1382 di Giusto de' Menabuoi rappresenta il Castello con merlatura su tutti i lati ed, all'interno, logge su corpi edificati a due piani (terra e primo). Altro intervento documentato è la sistemazione, nel 1616 (in epoca veneziana 1405-1797), di ampi locali esistenti nel sottotetto dell'ala nord, per essere utilizzati come granai pubblici, con accesso dalla rampa che sale alle mura medievali esistente a ridosso delle stesse, lungo il lato ovest del Castello a partire dalla corte sotto la Torlonga. Tale rampa si presume risalire al periodo carrarese in quanto completava il collegamento del percorso dal palazzo al Castello tramite il "traghetto". In epoca di dominio veneziano furono poi eseguite opere di manutenzione alle coperture ed ai solai. Sono documentate in manoscritti dalla fine del '600 alla fine del '700. L'attuale configurazione formale e l'altezza d'imposta della copertura dell'ala nord e dell'angolo nord-est può essere desunta originaria di un periodo compreso tra il 1450 (ved. pianta del Maggi 1449 in cui il castello appare merlato) ed il 1616 quando i locali del sottotetto furono sistemati. La soprelevazione per ottenere il secondo piano in questa zona non è databile con sicurezza, e corrisponde al periodo in cui sparisce la merlatura (che viene tamponata, esistente sopra i beccatelli, ancora in parte visibili sul lato nord del complesso, nel momento in cui la funzione prettamente militare viene meno. L'angolo nord-est, appare essere la parte più rappresentativa fin dall'epoca dei carraresi (che la decorano in modo particolare), e per tutto il periodo veneziano durante il quale era utilizzato come residenza del Capitano Maggiore e poi dal Direttore del Castello.

Dai documenti esaminati, in effetti, mai questa abitazione viene definita "rovinosa" o "cadente" come accade per altre porzioni di edificio, gli si può quindi attribuire una maggior cura nella manutenzione. Un intervento su tale porzione risale al 1728 quando viene utilizzato il materiale del tetto della Torre Minore per la manutenzione della copertura dell'abitazione del Capitano. Il grande intervento di trasformazione fu eseguito dal Danieletti nel 1807 quando la struttura fu adeguata a casa di pena. Una serie di piante e di immagini, datate al secolo XVIII, mostrano la situazione dello stato precedente a tali lavori che possono essere riassunti, per la parte d'angolo, in taglio della Torre Minore e nuova copertura a quattro falde, costruzione del vano adiacente alla stessa Torre nel suo lato nord per l'inserimento dell'attuale scala, nuova copertura del suddetto vano e del cortile dell'abitazione del Capitano con modifica, per l'intersezione, della copertura d'angolo. Tale copertura, da quanto risulta dalle immagini settecentesche, risultava precedentemente definita nelle sue caratteristiche formali, morfologiche e tipologiche. Sempre all'epoca del Danieletti possono essere fatte risalire le maggiori modifiche prospettiche dei lati esterni della fabbrica per quel che riguarda la forometria. In particolar modo l'ala Sud risulta completamente rimaneggiata dall'intervento del Danieletti nel 1807 con la sua trasformazione in celle di reclusione. La mura medioevale fu demolita fino all'altezza del primo solaio, ed internamente tutta la struttura portante venne rifatta. Allo stesso tempo la copertura in legno fu sicuramente sostituita. Dal disegno dello Japelli e dai documenti successivi e contemporanei esaminati, la struttura, come riorganizzata dal Danieletti, appare arrivata sino ad oggi inalterata ad eccezione dei solai orizzontali ricostruiti in latero-cemento e della copertura semidistrutta da un incendio nel 1990 che però, per la porzione ancora presente, mantiene le caratteristiche dimensionali e gli elementi originari dei primi anni del 1800. Altri interventi eseguiti nel corso del 1900 sotto l'amministrazione della Casa di Reclusione riguardano il rifacimento del loggiato interno del lato nord del cortile e della maggior parte dei solai sostituiti con elementi in C. A., con spostamento e modifica alle finestre per un secondo adattamento a carcere dei primi anni del '900. Per tali opere è ancora oggi impossibile ottenere la relativa documentazione grafica ad eccezione di una pianta non quotata risultata in scala 1:200 nella quale appare evidente la persistenza delle strutture murarie portanti principali.

Bibliografia e Sitografia

http://www.castellodipadova.it/STORIA.htm

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XIV sec.

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