Ottaviano (castello mediceo)

CENNI STORICI
All'inizio fu un "castrum" longobardo, un fortilizio destinato al controllo dell'ampia pianura nolana e di una strada fondamentale per il commercio del grano. I Del Tocco, i D'Aquino, gli Orsini, e Fabrizio Maramaldo furono a vario titolo i signori del sito. Maramaldo la vendette ai Gonzaga di Molfetta. Nel 1085 il Palazzo ospitò il Papa Gregorio VII e nel 1304 fu distrutto da Carlo d'Angiò per essere poi ricostruito a partire da 1567 da Bernardetto dè Medici. Nel 1567 i Medici la comprarono per 50.000 ducati da Cesare Gonzaga. Giuseppe I Medici, che fu uno dei personaggi più significativi della Napoli vicereale sul declinare del secolo XVII e del potere spagnolo, avviò la trasformazione della cupa fortezza in un "palazzo di campagna": e qui visse molta parte della sua lunghissima vita. Ma fu Giuseppe II Medici a dare al "palazzo" la forma che ancora oggi possiamo ammirare. Gli allievi del Sanfelice e Luca Vecchione ingentilirono la facciata che dà sulla strada con serie di finestroni ma conservarono alla facciata che dà sul giardino interno la severità e la monumentalità del maniero aragonese. Le numerose stanze, che il principe Giuseppe III Medici ornò di soffitti e di pavimenti in maiolica e di affreschi del Mozzillo, si affacciano su due corti interne, la seconda delle quali era riservata a spettacoli teatrali e musicali. Giuseppe III fece completare anche la scuderia ed impreziosì il giardino con numerose piante esotiche. Alla fine del '700 il Palazzo de' Medici era certamente uno degli edifici più belli e innovativi: le sue forme si inserivano con armonia in un paesaggio, allo stesso tempo, sublime e pittoresco. L'eccezionalità di questa convergenza fu colta magnificamente nello splendido quadro del 1776, in cui I. Volare (o P. Fabris) rappresentano, sullo sfondo della Montagna e del Palazzo, i novelli sposi Sigismondo Chigi e Maria Giovanna de' Medici, che, apprestandosi a partire per Roma, salutano il principe Giuseppe III Medici, fratello della sposa, e la moglie Vincenza dei Caracciolo d'Avellino. Nel 1892, viene ad abitare nel Palazzo, con l'amante del momento, Maria Gravina Cruyllas e con i quattro figli di lei, Gabriele D'Annunzio. Quello che negli anni bui della camorra era diventato il simbolo della prepotenza e del malaffare diventa ora il luogo della legalità, della cultura e dell'amore per l'ambiente. Per opera dell'Amministrazione Comunale di Ottaviano e del Ministero dell'Ambiente, il Palazzo diventa anche sede e centro di ricerca del Parco Nazionale del Vesuvio. Attualmente, gli spazi aperti sono luogo preferito per la realizzazione di manifestazioni ed eventi culturali, artistici e turistici.
Bibliografia e Sitografia
https://fondoambiente.it/luoghi/castello-mediceo-ottaviano-7942?ldc
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XI sec.

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