CENNI STORICI
L'antico borgo fortificato di Ocre è posto sulla sommità della grande dolina del Monte Circolo (933 metri sul livello del mare), da cui dominava, in posizione strategica, la Valle dell'Aterno per il controllo delle vie verso l'altopiano delle Rocche. Non sono precisate le origini dell'abitato, ma la prima data certa dell'esistenza di un castello nel feudo di Ocre è quella del 1178, relativa ad una Bolla di papa Alessandro III in cui il fortilizio è citato tra i possedimenti del vescovo di Forcona. Il complesso è ricordato nel 1254 col nome di "Cassari Castro" allorché fu preservato dalla distruzione stabilita per tutti i castelli che avevano contribuito alla fondazione della città dell'Aquila. Con l'avvento di Carlo I d'Angiò il castello diverrà nel 1266 possesso della Regia Corte, che lo affiderà nel 1269 ad un fedele del re, Morel de Saours, ricordato spesso anche come Morello o Mauriello de Saurgio. Il declino del castello inizia nel XV secolo, quando la struttura subisce il grave attacco del capitano di ventura Fortebraccio da Montone (1423). Ocre, perso definitivamente il ruolo strategico nella gestione difensiva della città dell'Aquila, andrà progressivamente decadendo, e già all'inizio del XVI secolo il borgo non sarà più menzionato come "castrum" ma come "villa", circostanza significativa del fatto che la popolazione residente dentro il borgo fortificato andava sempre più scemando, fino al definitivo abbandono.
Il sito costituisce un esempio unico nel genere, sia per il contesto paesaggistico in cui si trova, sia per la sopravvivenza della perimetrazione del piccolo impianto urbano all'interno della cinta muraria. Le mura formano planimetricamente una sorta di triangolo rinforzato da numerose torri: il lato nord-ovest, quello maggiormente munito, ne annovera tre disposte parallelamente. Il fianco nord-est invece appare meno difeso e presenta un'altezza ridotta della cortina muraria, perché protetto naturalmente dallo strapiombo roccioso; è munito infatti di un'unica torre rompitratta nella parte mediana ed è concluso, in corrispondenza dello spigolo nord, da una torre angolare quadrata. L'ultima, la torre-puntone, sorge isolata in corrispondenza del vertice meridionale, là dove le mura si restringono. Sul fianco ovest, presso la torre d'angolo, è presente l'unico ingresso al castello, consistente in una porta ogivale databile al XIII secolo e protetta da un sistema di difesa a tiro incrociato nonché dall' archibugiera ancora visibile sulla torre adiacente.
Per quanto riguarda l'analisi tipologica dell'intero complesso, non si può parlare esattamente di castello-recinto, ma piuttosto di "borgo fortificato" o "cerchia-urbana", di cui il castello di Ocre rappresenta sicuramente uno dei casi meglio leggibili, al di la dello stato di rudere delle strutture. All'interno del perimetro sono ancora visibili infatti, le principali emergenze dell'abitato come le antiche abitazioni, le case-torri, i tracciati viari, le tre navate e l'abside della chiesa, posta nella punta meridionale del borgo. La chiesa, dedicata a San Salvatore "inter castrum Ocre" e di cui si ha notizia fino al 1581, allorché risulta completamente diruta, ha restituito i resti di un prezioso affresco, oggi al Museo Nazionale dell'Aquila, databile alla metà del XII secolo, con una Madonna in trono col Bambino tra due figure».
Dal sito: www.inabruzzo.it
«L’impressionante borgo fortificato di Ocre, collocato sulla cima di un rilievo da cui sovrasta la Valle dell’Aterno per controllare strategicamente i passaggi verso l’altopiano delle Rocche, è un esempio di notevole interesse per la straordinaria ubicazione paesaggistica, per il rapporto anomalo con il più ridotto castello-recinto di Fossa, posto un po’ più in basso, e per l’esistenza, dentro la cerchia muraria, completamente conservatasi per quanto riguarda il suo perimetro, di un impianto urbano ben determinato sebbene esiguo. Il perimetro fortificato mostra una pianta all’incirca a forma di triangolo, che si adatta perfettamente al luogo, con le mura costruite in pietra di calcare spezzate da torrioni di forma quadrata. Sulla fiancata occidentale, vicino al torrione d’angolo, è collocato il solo ingresso contrassegnato dalla severa porta a sesto acuto, databile al Duecento, custodita da un impianto difensivo a tiro in crociato e aperta in una parete corta posta perpendicolarmente alla cortina. La torre presenta, sul lato vicino all’entrata, un’interessante feritoia a foro circolare per sparare con l’archibugio, situata a livello della via d’ingresso.
Non troppo distante dall’ingresso si può riconoscere il poco che resta di un torrione di forma semicircolare, leggermente in pendio, dalle origini insicure, ma probabilmente con compito di semplice muro estremo di difesa. Il tratto murario a nord-est, sprovvisto di specifiche accortezze di difesa, ha un’elevazione ridotta poiché è protetto dallo strapiombo rocciosa in maniera naturale; infatti è spezzato da un solo torrione rompitratta, edificato all’incirca a metà della cortina, e finisce in corrispondenza dell’angolo a nord, con un torrione quadrato angolare. Il tratto murario a nord-occidente, che è maggiormente indifeso, mostra una maggiore difesa, con elevate cortine, concluso da due torrioni ad angolo e spezzato da un torrione di fiancheggiamento intermedio. Dentro al perimetro fortificato si possono riconoscere, anche se in completa rovina, le originarie dimore, prevalentemente costruite con la tecnica della casa-torre, da ricollegarsi alla funzione principalmente difensiva dell’intera struttura.
L’impianto si sviluppa lungo quattro percorsi che convergono verso il vertice sud-orientale dell’area, dove i due tratti murari occidentale e orientale si incontrano in una specie di torrione puntone che ha il compito di fiancheggiamento nei confronti del tratto murario occidentale; in corrispondenza di questa parte estrema è collocata la chiesetta a tre piccole navate, divise da piloni di cui rimangono soltanto le basi di forma ottagonale, e abside semicircolare datata agli inizi del Trecento. Vicino al tratto murario sud sono state trovate tracce di un affresco di valore che raffigura una Madonna su un trono benedicente, poi rimosso e serbato nel Museo Nazionale dell’Aquila. Il castello fu distrutto verso la fine del Duecento dagli aquilani comandati da Cola dell’Isola e fu poi ricostruite e nuovamente preso d’assalto da Braccio da Montone nel 1423. Dopo diversi avvicendamenti e molti passaggi di proprietà il borgo fortificato declinò lentamente, probabilmente già a partire dal Cinquecento. Il castello è stato gravemente danneggiato dal sisma del 6aprile 2009 ed è attualmente inagibile.
Bibliografia e Sitografia
http://castelliere.blogspot.it/2013/06/il-castello-di-lunedi-24-giugno.htmlArticoli di approfondimento
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