Nusco (ruderi del castello Longobardo)

CENNI STORICI

«A Nusco, cittadina della provincia di Avellino, si può svolgere un interessante itinerario per scoprire le possibilità del turismo in Irpinia. Una passeggiata nel centro di Nusco porta a scoprire le tracce di un glorioso passato. Il centro di Nusco si trova su un monte lungo la linea spartiacque appenninica, tra le valli dell'Ofanto e del Calore che è un affluente del Volturno. Cinta dai monti Picentini, sasso tra i sassi, Nusco è stata testimonianza di una civiltà contadina non statica, ma in continuo divenire, di cultura religiosa e laica, talora illuminista, ma mai eretica. Dagli spalti del castello diruto o dai viali che costeggiano il paese si può ammirare uno splendido panorama, tanto che Nusco viene definita "balcone dell'Irpinia". Il suo vasto orizzonte spazia dal massiccio del Vulture al Terminio, al Partenio, al Matese e all'Appennino Dauno. Il Castello di Nusco è senz'altro il monumento più interessante che richiama l'attenzione nella breve visita di Nusco. Il Castello è un antico e glorioso maniero di epoca longobarda, costruito intorno al IX secolo. Dopo alterne vicende, tra le sue mura trovarono rifugio Guglielmo, ultimo duca di Puglia nel 1122, e a Manfredi, nel 1254. Dell'antico Castello longobardo di Nusco si conservano oggi soltanto poche mura, fra cui spiccano i resti imponenti della torre e dei lati esposti a settentrione. Oggi scavi archeologici stanno portando in luce l'interno del perimetro del Castello di Nusco, oltre a camere ed archi in pietra locale, la cui esistenza era sino ad oggi soltanto supposta. Un tempo ricchissimo feudo dei De Aquino, Giamvilla, Caracciolo, Imperiale, il Castello di Nusco fu distrutto alla fine del 1700 dalla restaurazione sanfedista, dopo l'adesione alla Repubblica Partenopea di Giulio Imperiale II, signore del castello. Ma, come sappiamo da uno storico dell'epoca, prima che arrivassero i soldati del Cardinale Ruffo scomparvero, dalle sale del Castello, mobili, arazzi, specchiere, candelabri, armi, armature e furono svuotati d depositi di vettovaglie. Una volta saccheggiato, il Castello di Nusco fu poi dato alle fiamme. Nel 1908 le mura perimetrali raggiungevano ancora l'altezza primitiva».

Bibliografia e Sitografia

http://www.originalitaly.it/it/editoriali/a-a-nusco-il-ricordo-di-un-glorioso-passato-longobardo

Articoli di approfondimento

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