CENNI STORICI
Stato d'esistenza: l’unica torre rimasta, oggi civica torre con orologio, è una struttura duecentesca in mattoni facente parte del seicentesco Palazzo Natta, odierna sede della Prefettura. Configurazione Strutturale: le torri private, denominate quasi sempre con l’appellativo della famiglia ed erette presso la dimora abituale, costituivano prevalentemente un deposito contenente oggetti preziosi, documenti e provviste ed una temporanea difesa in caso di pericolo. Erano simbolo anche di forza, ricchezza e potenza, in quanto, formando un corpus unico con i palazzi nobiliari, dominavano le case coperte di paglia e legno che caratterizzarono Novara per tutto il Trecento. Solamente al principio del secolo successivo le abitazioni divennero di muro e coppi. Primo documento rintracciato: l’Azario scrisse che nel periodo carolingio vi erano due zone fortificate vicinissime a Novara, chiamate castrum comitis Engalardi e castrum comitis Boxoni. Una turrem Bosonis fuori delle mura è testimoniata nel 931. Fasi costruttive: Dalla seconda metà del XIII secolo si accrebbero notevolmente le tensioni politiche per il predominio nel Comune e le famiglie aristocratiche costruirono torri private per proteggere le loro abitazioni. Guelfi e ghibellini si alternarono al potere e, per impedire ulteriori prevaricazioni, nello statuto n. 16 del 1274-1276, si stabilì che “in città e nei suburbi non si debbano fare fortificazioni o edifici che superino in altezza 16 braccia”, si diedero precise disposizioni sulla custodia e manutenzione delle mura cittadine e si decise che la Torre campanaria della cattedrale di Santa Maria, il più alto campanile di Novara, diventava un elemento fondamentale nel sistema difensivo. Durante la dominazione ghibellina vennero approvati nel 1316 degli statuti che prevedevano la fortificazione di un intero quartiere, il cui fulcro era nelle vicinanze della basilica di San Gaudenzio. Mentre le altre zone cittadine erano difese semplicemente da palizzate o fossati, il quartiere della Pars Rotunda veniva dotato di muro di cinta con postierle, ponti ed andatoria che, scavalcando le strade, mettevano in comunicazione diretta i muri perimetrali con le case e le torri. Nessun abitante inoltre poteva fortificare la propria casa se privo del consenso antianorum Partis Rotundae vel Gibeline Novarie. Notizie storiche: sei anni dopo il saccheggio e la distruzione delle mura romane operate dall’imperatore Enrico V nel 1110, si stipulò un accordo in base al quale i cives novaresi potevano ricostruire il recinto difensivo, dotarlo di torri e circondarlo con un fossato. Nel Duecento la popolazione novarese aumentò e con essa vennero edificate molte case all’interno delle mura e creati nuovi sobborghi fuori delle porte di cinta. Furono erette anche nuove chiese e sorsero grandi complessi religiosi appartenenti a Benedettini, Umiliati e Mendicanti.
Bibliografia e Sitografia
Articoli di approfondimento
CITTÀ
PROVINCIA
REGIONE
EPOCA
XIII sec.
STATO DI CONSERVAZIONE
Buono
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