CENNI STORICI
«Anche se tra le più recenti per quanto riguarda la sua edificazione (forse del ‘700), la Torre Tirena è certamente la più interessante, in quanto situata in un luogo di grande valenza archeologica. È infatti su questo pianoro, stretto tra i fiumi Grande e Savuto che, probabilmente, aveva ubicazione la città magnogreca di Temesa. Di fatto, il ritrovamento, a qualche centinaio di metri dalla nostra Torre, di diversi reperti di epoca classica, tra cui delle mura di cinta e un acquedotto, lascia sempre più supporre che, la prima località calabrese ad essere citata da Omero nell’Odissea, fosse localizzata proprio qui. A questo terrazzo mesopotamico, posto a circa 170 metri sul livello del mare, nel Comune di Nocera Terinese, si accede lasciando la SS 18 all’altezza dello svincolo A3 di Falerna e, dopo 500 metri, invece di svoltare a destra verso le rampe di accesso autostradali, procedere dritti per Nocera. Dopo tre chilometri di provinciale, perfettamente piana, che corre all’interno dell’abitato, inizia una leggera salita con una curva destrorsa. Procedendo per qualche centinaio di metri, si giunge ad un bivio. Svoltare a sinistra per Salerno. Si sta percorrendo la SP 164 (ex SS 18 dir.), la quale, attraversato il torrente Grande, costeggia le rocce affioranti situate alla base del piccolo altopiano di Tirena. Dopo circa tre km dal bivio precedente, subito dopo esser passati sotto i cavi aerei di un elettrodotto, svoltare a destra su una stradina stretta e sterrata. Inizia la scalata verso il pianoro che, forse, custodisce la leggendaria Temesa. Bisogna ora salire all’interno di un bellissimo e secolare uliveto, attraverso un sentiero sorretto a monte e a valle da splendidi ed antichissimi muri a secco. Purtroppo non è sempre possibile andare in auto fino alla sommità dell’altopiano, in quanto vi è una catena metallica che ne impedisce l’accesso. Si tratta di una proprietà privata. Bisogna chiedere il permesso ai proprietari e, magari, lasciare l’auto a valle e farsi una bella e salutare mezz’oretta di passeggiata all’ombra degli ulivi. Ma ne vale veramente la pena! Giunti alla fine della salita, si gode di uno stupendo panorama mozzafiato: da un lato, la valle del Savuto, dalla Sila fino al mare, dall’altro, questo terrazzo sul Tirreno, ricoperto da un tappeto erbaceo, interrotto da qualche ulivo ed alcune querce che cercano di celare la vista della Torre, posizionata dal lato opposto del piano. Essa è lì da secoli, solitaria, tra il mare ed il cielo, con il suo compito di avvistare i nemici e comunicare, con il fuoco o con il fumo, il loro arrivo all’entroterra. Probabilmente all’abitato di Nocera Terinese, che da qui si vede chiaramente, senza intralci. Il torrione è di forma parallelepipeda, costruito con pietre e mattoni, il ché, secondo il Faglia, farebbe supporre la datazione settecentesca. L’ingresso è posto sul lato monte, le altre aperture d’avvistamento sono situate sui quattro lati: piccole sul pianoterra, grandi su quello superiore. Lo spessore delle pareti del piano basso è di circa un metro e mezzo e la lunghezza dei lati misurata all’esterno è di circa 10 metri. La volta del piano terra è a botte, mentre il tetto è crollato. ...».
Bibliografia e Sitografia
http://www.francescocataudo.it/TorriDifesa/TorriDifesaLametine.htm (a cura di Francesco Cataudo)
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