Nicotera (mura e porte)

CENNI STORICI

«Nel XI secolo, Nicotera, viene totalmente rasa al suolo dai Saraceni ed i suoi abitanti dispersi per le montagne circostan­ti La ricostruzione della città viene effettuata più a nord ed è voluta dal Normanno Rober­to il Guiscardo, il quale era alla ricerca di un approdo marittimo. Nella costruzione di Nicotera, Roberto il Guiscardo, aveva voluto rispettare il numero delle porte delle precedenti città che, in numero di sette, avevano la denominazione di: Porta Grande: la più importante e la più grande. Andò distrutta col sisma del 1783; Porta Prisca: immetteva nelle campagne circostanti, e veniva usata dalla gente per andare ai campi; Porta Palmentieri: in ricordo di quella esistente nella città di origine romana, attraverso la quale era passato Santo Stefano Niceno. Su questa porta, era dato vedere un’epigrafe di granito su cui erano incise delle palme e la figura del Vescovo, ormai rovinata dal tempo; Porta piccola: in quanto da essa si accedeva ai venti mulini esistenti fuori le mura; Porta di Joppolo: attraverso una stradina ancora percorribile, si accedeva alla collina dei Calamaci; Porta Santa Caterina: attigua al Convento omonimo dei Padri Celestini e di conse­guenza vicinissima al Castello. Porta Foschea: nel corso dei secoli ha avuto molte denominazioni . Sotto Federico II, Nicotera, vive un periodo di grande splendore e subisce una lieve ristrutturazione, poiché,avendo af­fidato l’attività creditizia del regno agli Ebrei, la città è fra le prime ad ospitarli. Per evitare le reazioni della popolazione indigena, che temeva una diminuzione di potere, fa costruire il loro quartiere, la “Giudecca”, all’ombra del Castello e della Cattedrale. Successivamente, nel XIII secolo, Nicotera fu occupata dagli Angioini, che ne fortificarono le mura mediante la costruzione di due torri. Ma nel 1638 la città subisce comunque un attacco Saraceno durante il quale viene interamente distrutta. Agli Angioini fa seguito il governo dei Ruffo di Catanzaro. Nel XIX secolo, fu divisa in vari quartieri ognuno dei quali era abitato da una classe sociale: “a sud-est il Borgo abitato da “cavallai, asinai, mulattieri”; il Retroborgo abitato da agricoltori; tra sud e sud-ovest i quartieri Palmentieri e Santa Chiara abitati da marinai e agricoltori; al centro il quartiere Giudecca, già menzionato, abitato da pescivendoli e agricoltori; i quartieri Santa Chiara, Castello, Porta Grande e Baglio abitati da artigiani e “galantuomini”; il quartiere San Nicola, vicino la fontana della Porta Grande, abitato dai “vetturali”. Ancora oggi l’impianto topografico del centro storico conserva le tracce tipiche delle città medievali».

Bibliografia e Sitografia

http://itinerari.vacanzecalabria.biz/vibo-valentia/nicotera/

Articoli di approfondimento

CITTÀ

PROVINCIA

REGIONE

EPOCA

XI sec.

STATO DI CONSERVAZIONE

Discreto

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