Napoli (reggia di Capodimonte)

CENNI STORICI
Attuale sede dell'omonimo Museo, la Reggia nasce per volontà di Carlo di Borbone intorno agli anni Trenta del Settecento. Il re borbonico scelse la collina di Capodimonte come riserva intendendo costruirvi una casina di caccia ma affascinato dai progetti di Antonio Canevari pensò invece di destinare il palazzo alla custodia e alla mostra della pregiata collezione Farnese ereditata da sua madre, Elisabetta I. La posa della prima pietra avvenne nel 1738 ma i lavori per l'edificazione del palazzo proseguirono molto a rilento a causa delle difficoltà del trasporto del piperno dalle cave di Pianura. Parallelamente nel 1743 all'interno del bosco fu costruito da Ferdinando Sanfelice l'edificio adibito alla fabbrica di porcellane del tipo Meissen. Bisogna però aspettare vent'anni perché sia aperta una parte della Reggia e vengano sistemate all'interno le collezioni Farnese. I lavori rimasero incompiuti quando il re Carlo lasciò Napoli nel 1759 poiché il suo successore, Ferdinando IV, non se ne interessò particolarmente: unica modifica apportata fu la ritinteggiatura della facciata in occasione delle sue nozze. Nel 1764 fu nominato direttore dei lavori Ferdinando Fuga al quale fu affidato l'incarico di ampliare e terminare definitivamente i lavori sia della Reggia che del Parco circostante, così vasto da essere denominato ancora oggi Bosco di Capodimonte. In quegli anni il Parco della Reggia venne ornato di statue donate dai padri Certosini di San Martino e la collezione museale venne ampliata dalla collezione del duca Giovanni Carafa che rappresentava quanto di meglio offrissero le collezioni private napoletane di quell'epoca. Per consentire il recupero dei numerosi dipinti rovinati dal trasporto da Parma e Roma a Napoli, nel 1787 fu istituito nel Museo un laboratorio di restauro affidato al tedesco Federico Anders. La sorte delle opere conservate nella Reggia di Capodimonte fu però molto travagliata: durante la rivoluzione del 1799, re Ferdinando IV portò con sé nella fuga verso Palermo i pezzi più pregiati delle collezioni ed altrettanto fecero le truppe del generale Championnet. Durante il decennio francese (1806-1815) la Reggia venne arredata per assolvere ad una funzione abitativa più che museale, divenendo residenza di Giuseppe Bonaparte e di Gioacchino Murat. Tra il 1826 e il 1836 venne realizzato lo scalone monumentale che dal Tondo conduce a Capodimonte e nei giardini della Reggia, già ampliati da Giuseppe Bonaparte che amò molto il "Real Sito", vennero edificate la Palazzina dei Principi, dimora dei membri della famiglia reale, una Fagianeria, una Vaccheria, un Casino di caccia e un eremo vicino alle mura di cinta del bosco. Del restaurato periodo borbonico è l'Osservatorio Astronomico, poco distante dal complesso di Capodimonte. Nel 1860, sotto la dinastia dei Savoia, venne costruita una nuova casina, detta di Vittorio Emanuele e il Museo e la sua ingente collezione vennero definitivamente messi a posto con 605 opere di pittura e 95 sculture. La funzione prettamente residenziale della Reggia fu mantenuta fino al 1948 con ultima ospite la Duchessa d'Aosta, per poi divenire, una volta restaurato in seguito ai bombardamenti del conflitto mondiale, definitivamente Museo qual è tuttora. Nel secondo dopoguerra la Reggia di Capodimonte, perduta ogni funzione residenziale, viene concepita in vista dell'esposizione museale delle opere della Collezione Farnese e di numerose altre acquisite, acquistate o ereditate.
Bibliografia e Sitografia
https://realcasadiborbone.it/palazzi-e-residenze/la-reggia-di-capodimonte/
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XVIII sec.

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Museo

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