Napoli (palazzo Diomede Carafa)

CENNI STORICI
Palazzo Diomede Carafa è un palazzo storico di Napoli, situato lungo il Decumano Inferiore (Spaccanapoli), risalente al XV secolo. Palazzo Carafa era di proprietà della omonima famiglia, famosa per potenza e ricchezza, e per aver nel corso dei secoli riempito la città di palazzi appartenenti alle sue ramificazioni. Fu proprietario di tale palazzo uno dei più illustri uomini della famiglia, Diomede Carafa, letterato, uomo politico e uomo di corte fidato degli Aragonesi. Sito lungo San Biagio dei Libai, che fu un tempo la sede del commercio librario napoletano, rappresenta insieme al Palazzo Cuomo, Palazzo Gravina, e Palazzo Penna, uno dei migliori esemplari dell'architettura napoletana del Rinascimento. La facciata del Palazzo, imponente di aspetto, non è valorizzata dalla strettezza di Via San Biagio dei Librai che non permette una visione prospettica. La realizzazione della facciata si crede sia caratteristica di architetti di formazione durazzesca per la presenza di un cornicione ad ogiva, e un arco depresso, lontani dallo stile gotico originario del palazzo. Il Portale marmoreo con le sue forme classiche ricorda lo stile del grande architetto Leon Battista Alberti, ed è arricchito da due battenti in legno intagliati in stile tardogotico raffiguranti nei dodici riquadri le insegne della famiglia Carafa. Sulla cornice del portale ai lati sono invece posti i busti di due imperatori, ed al centro si erge in una nicchia la statua di Ercole, con i ritratti agli spigoli, nell'interno dell'architrave, del conte Diomede Carafa e di sua moglie. Il Palazzo presenta all'interno un cortile caratteristico per la presenza di un calco di una colossale testa di cavallo di origine classica. L'originale, in bronzo, ora è custodito all'interno del Museo Nazionale. Tale testa equina aveva il potere per opera di una magia di Virgilio, secondo leggende e tradizioni popolare, di guarire i cavalli da ogni malattia e per tale motivo, si racconta, fu distrutta dai maniscalchi, mossi dalla profonda avidità ed invidia di guadagni, che fusero il cavallo di bronzo, risparmiando solo la testa, per costruire le campane secondo le richieste della Curia arcivescovile. Vi fu qualcun altro poi che ipotizzò che la scultura fosse opera di Donatello, confermato in parte successivamente anche dal ritrovamento di una lettera di Diomede Carafa, che ringraziava Lorenzo de' Medici per il dono della scultura. Uno studio di Aldo de Rinaldis ne accertò però che si tratta di un'opera romana del III secolo a.C.
Bibliografia e Sitografia
https://www.sab-campania.beniculturali.it/wp-content/uploads/2018/05/Palazzo-Carafa.pdf http://www.napoliaragonese.it/il-palazzo-carafa/
Articoli di approfondimento

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XV sec.

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Restaurato

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