Napoli (palazzo Caracciolo di Avellino)

CENNI STORICI
Fra i vicoli segreti di Napoli un gioiello dell'architettura barocca che vide i Natali di Torquato Tasso, autore della celebre "Gerusalemme Liberata". All’altezza di via Anticaglia nel pieno “Centro Storico” della città di Napoli, vi sono i resti di “Palazzo Avellino”, situato al civico n. 4 dell’omonima piazza. La Famiglia Caracciolo d’Avellino ha origini e ramificazioni molto antiche, anche se le prime attestazioni si riferiscono a don Domizio Caracciolo (1508-† 31-12-1576), primo duca di Atripalda. Il patrizio napoletano, signore di Torchiarolo e governatore degli Abruzzi, volle creare un sontuoso palazzo nel pieno contesto della Napoli urbana. Nel luogo dove poi si svilupperanno le stanze di Palazzo Caracciolo già sorgeva l’antico Monastero di San Potito, abitato dalle Monache Benedettine. Il giovane Torquato visse solo quattro anni nel Palazzo Caracciolo di Avellino in quanto, negli anni successivi, trovò soggiorno in altri luoghi di Napoli. Il Palazzo sorse su edifici preesistenti. Nel corso del Cinquecento fu deciso che fosse assegnata a Porzia de Rossi, madre del Tasso, una dote di cinquemila scudi. Nacque, così una vertenza legale che durò quasi sino alla data della morte del poeta. Con questa sentenza si stabilì che il poeta, rinunciando ai suoi diritti, avrebbe percepito una rendita di cento scudi l’anno. Purtroppo il Tasso non incamerò mai questa cifra in quanto morì prima della data stabilita. Negli anni 1526-1616 il Palazzo fu ingrandito incorporandovi anche una ricca pinacoteca. Al termine dei lavori di restauro, Camillo Caracciolo fece realizzare una lapide posta nell’androne settentrionale del Palazzo, dove il Principe, dopo l’attività bellica prestata al seguito dei re spagnoli Filippo II e Filippo III, abbellì “l’avita dimora”. Il Palazzo Caracciolo di Avellino, dopo un periodo di abbandono, è stato in parte ristrutturato e, poiché oggi è abitato da un condominio, difficilmente conserva le tracce delle sue fasi storiche e anche dei presunti “restauri”. Della lapide che indicava il Tasso tra quanti vi avevano soggiornato (posta dal Comune il 22 aprile del 1895) vi è una indecifrabile traccia sulla facciata della Piazzetta.
Bibliografia e Sitografia
https://it.wikipedia.org/wiki/Palazzo_Caracciolo_di_Avellino https://cosedinapoli.com/itinerari/palazzo-caracciolo-davellino/
Articoli di approfondimento

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XVI sec.

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Restaurato

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