Montepoggiolo (fraz. di Castrocaro Terme e Terra del Sole, rocca)

CENNI STORICI

Le sue origini si confondono e si intrecciano con quelle della Rocca di Castrocaro, di cui probabilmente fu torre di vedetta.

I primi documenti risalgono al 906 anno in cui viene citato tal "conte Berengario del castello di Montepoggiolo".

Nei secoli successivi è sotto in controllo delle più potenti famiglie del luogo, fra cui gli Orgogliosi, gli Ordelaffi, i Pagani ed i Manfredi.

Viene annessa alla repubblica di Firenze nel 1403 assieme al castello di Castrocaro. Per la sua posizione, dominante su tutta la pianura romagnola e agli estremi confini della Romagna Toscana, nel 1471 ne viene deciso l'ampliamento ed il rinforzo, affidandone il progetto all'architetto Giuliano da Maiano. È in questa epoca che il fortilizio assume l'attuale struttura a pianta romboidale.

Con la costruzione della nuova città-fortezza di Terra del Sole, la fortezza di Montepoggiolo diventa vedetta di quest'ultima cittadina, tanto che l'ordinanza di disarmo che colpì la rocca di Castrocaro nel 1676 non riguardò Montepoggiolo.

Quando nel 1772 Pietro Leopoldo di Lorena decide il disarmo di Terra del Sole, stessa sorte tocca anche Montepoggiolo che nel 1782 viene venduta a privati. Il primo proprietario fu don Bagio Magli.

Così la descrive Edoardo Warren nel 1748:

«Alla sommità di un monte che è ragionevolmente alto al grecale di Terra del Sole a circa un miglio di distanza vi è un antico castello che serve di scoperta a questa Fortezza, la quale essendo in pianura non può scoprire di lontano. Questo Castello si chiamava altre volte Monte Falcone di Romagna, ma non viene ora conosciuto che sotto il nome di Monte Poggiolo. Questo posto scuopre tutta la pianura della Romagna papale da Faenza fino a Ravenna e l'Adriatico, di modo che non è possibile far passare fra questo mare e Terra del Sole di piano alcun corpo considerabile senza esserne avvisati. La Pianta ed elevazione di questo castello qui unita, e che è una specie di losangio agli angoli del quale vi sono quattro torri di cui una è molto maggiore dell'altre, ne danno un'idea ragionevole, vi regna all'intorno un fosso rivestito assai largo e questo posto è al coperto di un insulto» (liberamente tratto da Enzo Donatini, Terra del Sole. La Città ideale, edizione 1998).

A tutt'oggi di proprietà privata, e in stato di avanzato degrado, da anni si è in attesa di un progetto di restauro conservativo.

Bibliografia e Sitografia

appenninoromagnolo.it

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X sec.

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