Montella (palazzi signorili)

CENNI STORICI

«Sulla piazza principale è di gran pregio il Palazzo Abiosi, proprietà della omonima famiglia baronale, con l'annesso parco di oltre 10.000 m², esempio di giardino all'italiana, di cui si ha notizia già nel XV secolo. Più volte risistemato e ingrandito, conserva l'originale impianto articolato intorno a due corti-patii, con le botteghe che danno sulla piazza e gli appartamenti nobili al primo piano, è emblematico della tipologia della "casa a corte" prevalente nel Sud Italia fino alla prima metà del XX secolo. Nel rione Garzano, nella parte alta di Montella, è da ricordare il sette-ottocentesco Palazzo Bruni Roccia e, di fronte, quello della famiglia Capone, quasi interamente ricostruito dopo il terremoto del 1980. Nel rione Serra, si trova la settecentesca Villa Trevisani e a poca distanza la casa Carfagni, costruita sulle mura di epoca medievale;nello stesso rione, sulla sommità, sono visibili i resti del Palazzo Virnicchi, che sembra abbia dato i natali al poeta Rinaldo d'Aquino nel 1221, e che ingloba al suo interno i resti di una torre di probabile epoca saracena. Nel rione Sorbo è architettonicamente rilevante il Palazzo Coscia, anch'esso sette-ottocentesco ma di impianto precedente. Il terremoto unito ad altre concause che qui è meglio non approfondire[o lo si dice, riportando le fonti corrette, o si evita qualunque tipo di insinuazione] ha invece completamente distrutto gli storici palazzi delle famiglie Boccuti e Lepore, quest'ultimo ricordato soprattutto per aver ospitato per una notte Giuseppe Bonaparte di passaggio verso Napoli. Sulla Via del Corso si trova Villa Elena, costruita in stile vagamente Liberty tra il 1899 e il 1900, su progetto dell'architetto montellese attivo negli USA Angelo Moscariello, per volere del ricco emigrante Celestino De Marco e della moglie Elena O'Connor al ritorno in patria e circondata da un ampio parco aperto al pubblico. Di notevole interesse nella villa gli arredi e i soffitti a cassettoni opera dell'ebanista Felice Cianciulli. Sempre su via del Corso si trovava il palazzetto seicentesco della famiglia Volpe, anch'esso distrutto dal terremoto del 1980, di cui si conservano ancora il portale con lo stemma della famiglia e le ringhiere in ferro battuto riutilizzati nell'edificio costruito al suo posto. A poca distanza nel 1937 viene realizzato Palazzo Gambone, dall'allora podestà, interessante rilettura dell'architettura fascista dello stile floreale. Ogni casale aveva dunque il suo palazzo nobiliare (e le sue famiglie più influenti) e le sue chiese; di fatto, fino agli anni cinquanta, Montella era costituita da rioni separati da zone verdi; zone che, con il boom edilizio degli anni sessanta-settanta, sono state edificate, unendo i diversi agglomerati esistenti e facendo del paese un unico agglomerato urbano».

Bibliografia e Sitografia

https://it.wikipedia.org/wiki/Montella#I_palazzi_signorili

Articoli di approfondimento

CITTÀ

PROVINCIA

REGIONE

EPOCA

XIII sec.

STATO DI CONSERVAZIONE

Buono

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