CENNI STORICI
Si vuole che le prime testimonianze dell’esistenza del castello risalgano alla dominazione longobarda di Sicardo, principe di Benevento, e del vescovo Orso I (secolo IX), probabile committente della costruzione. Il normanno Roberto il Guiscardo apportò essenziali modifiche alla struttura (si veda la torre quadrangolare del cortile; è invece a pianta pentagonale l'antica e caratteristica Torre dei Giganti), così come fece Federico II, modifiche che resero il castello di eccezionale importanza. Trasformato in tetra prigione sotto gli Angioini, passò ai duchi di Durazzo verso la metà del XIV secolo. Gli Aragonesi ne risollevarono le sorti aggiungendo torri circolari merlate e una punta difensiva a forma di mandorla, ristrutturando le mura e circondandole per tre quarti con un profondo fossato. In possesso del Comune dal 1888, in parte restaurato un secolo più tardi, attualmente la struttura castellare è affidata in gestione alla locale Cooperativa EcoGargano.
Nel 493 il vescovo di Siponto fece costruire una chiesa nei pressi della grotta in cui, secondo la tradizione, era apparso l’Arcangelo Michele per difendere la città dai barbari. La chiesa fu un santuario longobardo, poi avamposto della chiesa latina e quindi meta di pellegrini e crociati. Sotto Federico II questo santuario acquistò ulteriore fama, divenendo sempre più luogo frequentato da fedeli, religiosi e sovrani.
Il castello di Monte Sant'Angelo, collocato nella parete nord-ovest della città a pochi metri dalla basilica di San Michele Arcangelo, domina dall'alto del monte Gargano tutto il golfo di Manfredonia.
Le più antiche testimonianze storiche sull'edificazione della fortezza, risalgono ai tempi di Orso I, vescovo di Benevento e Siponto, il quale, se si deve far fede a quanto riportato in un documento del principe longobardo Pandolfo (datato 979), avrebbe fatto edificare ex novo, negli anni 837-838, il «castellum de Monte Gargano», il cui nucleo primitivo subì, nel corso dei secoli continui ampliamenti e rifacimenti. Con l'avvento dei Normanni, il castello divenne dimora dei principi della signoria dell'«Honor Montis Sancti Angeli»; fu di Rainulfo I Drengot, conte di Aversa, e poi di Roberto Guiscardo, il quale, nella seconda metà del XI secolo, dopo aver cinto di mura la città, fece riedificare la sua parte più antica: la cosiddetta Torre dei Giganti, poderosa costruzione di forma poligonale, alta 18 metri e con mura spesse 3,70 metri.
Con la dominazione sveva, assurse a grande importanza nel sistema di difesa del Gargano, tanto da essere uno dei tre castra exempta, ovvero castelli privilegiati. Nello stesso periodo il castello subì sostanziali restauri ed ampliamenti, per renderlo degno di ospitare la sua amante Bianca Lancia, alla quale Federico II concedeva la «signoria dell'Onore di Monte S. Angelo». È ancora ben conservata di quella epoca una elegante sala duecentesca con grande pilastro centrale e volte ogivali, comunemente detta Sala del Tesoro.
Gli Angioini ebbero grande cura per la fortezza, ma purtroppo, di essa si servirono prevalentemente come prigione di Stato. I principi Durazzeschi ne fecero il loro quartiere generale nella guerra contro i cugini Angioini, e la loro dimora abituale; qui, infatti, nel 1351 vide la luce Carlo III di Durazzo, che divenne poi re di Napoli e d'Ungheria. Toccò tuttavia agli Aragonesi portare il castello all'antico splendore. Nel XV secolo, tra il 1491 e il 1497, il castello assunse l'aspetto che conserva tuttora. Il pericolo incombente delle invasioni turche, e l'invenzione delle armi da fuoco, resero indispensabili interventi radicali di costruzione (dovuti con tutta probabilità a Francesco di Giorgio Martini, il più o ingegnere militare del XV), quali:
- altissime cortine con doppio ordine di finestre;
- due robuste torri circolari, agli estremi dei lati Sud e Ovest;
- un torrione a pianta ogivale (a mandorla), come difesa antemurale ad Est, lungo 21 metri ed alto 11;
- il fossato e l'ampio portale d'ingresso munito di ponte levatoio, un tempo sorretto dal primo dei due archi, su cui poggia l'attuale ponte in pietra.
Per poco più di un ventennio, dal 1464 al 1485, la fortezza appartenne prima all'eroe albanese Giorgio Castriota Scanderbeg (muore nel 1468), quindi al figlio Giovanni. Poi Federico, ultimo re aragonese, nel 1497 lo concesse a Consalvo da Cordova, detto il «Gran Capitano».
Nel 1552 il castello passò nelle mani dei Grimaldi che assunsero anche il titolo di baroni di Monte Sant'Angelo, fino al 1802, allorché per volere di Ferdinando IV di Borbone venne ceduto al cardinale Ruffo di Calabria che lo trovò barbaramente smantellato dai liberali del tempo per una malintesa manifestazione di odio contro il feudalesimo. Gli eredi del cardinale Ruffo infine vendettero il castello al Comune di Monte Sant'Angelo nel 1907.
Recenti studi hanno evidenziato che il castello di Monte Sant'Angelo è stato costruito su di una necropoli dell'età del ferro.
Bibliografia e Sitografia
https://it.wikipedia.org/wiki/Castello_di_Monte_Sant%27Angelo
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