CENNI STORICI
Il castello è uno dei monumenti più importanti di Monte San Giovanni Campano (FR). Costruito prima del Mille è caratterizzato da due torri, una pentagonale, l'altra quadrangolare, la quale è costituita da una struttura di ingegneria militare con mura spesse mt. 3,50, con due bertesche e con doppio cammino di ronda, oltre alle vie di fuga contenute nello spessore murario.
Di fronte alla torre quadrata, sul lato sud, sono ubicate le "carceri pontificie", munite di tutti i sistemi di sicurezza dell'epoca, ricavate da strutture medievali, ampliate, poi, nel '700.
Attiguo alle carceri sorgeva il palazzo ducale, di cui rimangono oggi tre piani dei cinque originari. Il complesso era tanto alto da essere denominato la "Torre dei d'Aquino" in quanto sovrastava di molto il maschio del castello. Nello stabile il romanico ed il gotico si fondono in un'architettura robusta e raffinata.
Oggi, il pianterreno è costituito da due sale d’armi, una delle quali di grandi dimensioni. Il primo piano ospita quattro saloni, abbelliti da altrettante bifore con colonne istoriate: la bifora del “salone di rappresentanza”, presenta, scolpita sul capitello della colonnina quadrangolare, una testa coronata e con costumi d’epoca [Federico II di Svevia?]. All’ultimo piano sono conservate le stanze dove fu rinchiuso san Tommaso d’Aquino.
Attraverso gli attuali giardini si giunge al “Palazzo d’Avalos”, che sorge su corpi murari medioevali, ingloba il pianterreno, grande parte di un torrione rettangolare e una porzione di un camminamento che univa la torre pentagonale al palazzo ducale fornito di quattro feritoie. Il “Palazzo d’Avalos” restaurato, ed in parte riedificato dopo la II Guerra Mondiale, oggi accoglie negli ampi locali il ristorante la “Corte d’Avalos”.
L’ingresso principale di quest’ultimo è ubicato all’angolo sinistro del fabbricato che si appoggia alla torre pentagonale, che, alta circa mt. 25, con mura spesse almeno mt. 2, restaurata nella merlatura agli inizi della seconda metà del secolo scorso, rappresenta un raro esempio di architettura militare del XII secolo.
Accanto a queste opere insediative, che erano la parte nobile del castello e il centro logistico militare, politico, economico e culturale del ducato, erano disposti altri edifici di complemento difensivo e di servizio. Si accedeva al castrum attraverso cinque porte d’ingresso, di cui tre sono ancora esistenti (di pregevole fattura è la Porta della Scrima).
Il nucleo era difeso da più cinte murarie, la più esterna delle quali era munita, secondo il catasto gregoriano, da trentasei torrioni, - a base quadrata, a base rettangolare, a base semicircolare -, da molti contrafforti e da baluardi. Attualmente restano meno della metà di queste torri, destinate, peraltro, ad usi impropri.
Il castello, che poteva contenere più di un migliaio di militari, è stato per secoli una delle più efficienti ed imprendibili fortezze del centro Italia. Esso non potè, tuttavia, reggere l’urto dell’esercito di 60.000 uomini di Carlo VIII re di Francia, diretto, nel 1495, alla riconquista del regno di Napoli, dotato di un’arma nuova e devastante, mai usata prima di allora nella penisola italica: i cannoni a polvere da sparo. Il re di Francia, dopo un estenuante combattimento, riuscì ad entrare nella roccaforte: non risparmiò vite umane e portò via un bottino di 25.000 monete d’oro (vedi Yvonne la Bande-Mailfert, Charles VIII, conquete, Paris 1995, pp. 290-293).
Gli ospiti illustri del castello
Il castello è stato la residenza estiva di Papa Adriano IV, che malato di asma, veniva a curarsi in questo luogo salubre.
Dal 1240 circa al 1242 fu la prigionia di Tommaso d'Aquino (il castello infatti era già passato in proprietà ai conti d'Aquino), il quale, nell'occasione, fu sottoposto dai parenti all'insidia di una donna di facili costumi. L'episodio, riportato da vari biografi, è stato testimoniato anche nel processo di canonizzazione. Successivamente Antonella d'Aquino, l'ultima nipote del santo, trasformò la stanza della prigionia in cappella gentilizia e la dotò di un pregevole trittico.
A ricordo della biennale prigionia del santo, il papa Pio V elevò il feudo di Monte San Giovanni a Ducato e, successivamente, il papa Gregorio XVI titolò il centro urbano del rango di Città, assegnandole tutti i privilegi del ruolo.
Nel castello ha soggiornato anche la poetessa Vittoria Colonna, musa ispiratrice di Michelangelo Buonarroti.
In tempi più recenti il castello ha offerto ospitalità agli eminentissimi cardinali: Francesco Satolli, Camillo Laurenti, Federico Tedeschini, Enrico Lepicier, Vincenzo La Puma e, nel 2004, Josè Saraiva Martins e Joseph Ratzinger, che in varie circonstanze ed in tempi diversi sono venuti a manifestare la loro devozione a S. Tommaso d'Aquino.
Bibliografia e Sitografia
Articoli di approfondimento
PROVINCIA
REGIONE
EPOCA
X sec.
STATO DI CONSERVAZIONE
Buono
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