CENNI STORICI
La Rocca di Montalfeo domina la Val Staffora; risalgono ad epoca romana le prime testimonianze circa la presenza di una torre di avvistamento in Monte Alfeo, località strategica sulla Via del Sale che da Genova, attraverso la Val Staffora, portava a Milano il prezioso alimento. Dal 533, e per quasi dieci secoli, l'antico insediamento fu parte dei feudi Malaspiniani. Il casato dei marchesi Malaspina, infatti, affermava la propria giurisdizione feudale e politica su un territorio che includeva la Val Staffora e si estendeva fino alla Lunigiana. Un potere feudale i cui beni e privilegi furono riconosciuti con apposito diploma dall'imperatore Federico I Barbarossa (1164) prima, e confermati successivamente da Federico Il (1220). Quando a Milano i Visconti e poi gli Sforza divennero delegati dell'imperatore, dal quale attingevano le prerogative feudali, le vicende della Rocca si legarono a quelle del Ducato di Milano. La soggezione ai Visconti non fu pacifica e nel 1375 Galeazzo II Visconti mandò ad espugnare la Rocca di Montalfeo, dei Malaspina di Godiasco e successivamente nel 1398, per l'ostinata resistenza dei Marchesi di Godiasco nel rendergli atto di sottomissione, ne ordinò la distruzione. Con l'avvento e l'affermarsi di feudi e feudatari, quasi ogni cocuzzolo si munì di una rocca o castello. Durante i secoli successivi, alcune fortificazioni caddero in rovina e oggi vivono soltanto nel toponimo, altre invece dopo alterne fortune, furono ricostruite. Tra queste la Rocca di Montalfeo che nel corso dei secoli è stata oggetto di demolizioni e modifiche strutturali; molti di questi edifici antichi erano vere cave di materiale da costruzione a cui ricorrevano gli abitanti per i loro edifici. Oggi la rocca si compone di un corpo centrale annesso alla torre. Dal salone principale, caratterizzato da un soffitto a cassettoni e dalle pareti completamente affrescate, si accede al piano sottostante suddiviso in ampie sale rese particolarmente suggestive da murature in pietra e da soffitti a volta sostenuti da ampie colonne. La torre, a sua volta, ospita alcune sale con caratteristiche analoghe a quelle descritte. L'antica strada costeggiava la riva sinistra dello Staffora, dopo Vicus Lardarius e Salix saliva ripidamente alla Rocca poi proseguiva per Godiasco dove era il Castello, sulla riva destra a guardia delle strade che da una parte salivano verso la valle Ardivestra e dall'altra verso Pozzolgroppo. Passava per il Groppo, dove esiste una antica chiesa che conserva un bel campanile romanico, proseguiva per Cecima dove era un castello di cui restano poche tracce e la bella chiesa romanica poi proseguiva per Varzi passando sulla sponda destra, incontrando San Ponzo e Bagnaria. Sotto la collina del monte furono fate gallerie di sondaggio per cercare lo zolfo, che affiorava in più punti, si trovarono invece le fonti solfuree che alimentarono le Terme di Salice. Oggi il castello, di proprietà dei signori Faravelli, ottimamente restaurato, è una prestigiosa location per matrimoni e convegni».
Bibliografia e Sitografia
Articoli di approfondimento
CITTÀ
PROVINCIA
REGIONE
EPOCA
XIV sec.
STATO DI CONSERVAZIONE
Restaurato
AUTORE DELLE AGGIUNTE / CORREZIONI
SITO UFFICIALE
IMMAGINI