Mondolfo (castello)

CENNI STORICI

«Il castello di Mondolfo, che si erge sino ad una altezza di 144 m s.l.d.m, è posto a balcone sul mare e racchiude, all'interno della sua doppia cinta di possenti mura, la parte fortificata della città. Il nome Mons Offus, il Monte di Offo soppiantò nel corso del XIII secolo l’antico nome di Castelmarco dato fino a quel tempo al centro fortificato entro la cinta di mura circolare. La prima cerchia delle mura urbiche racchiude la parte più antica del Castello di Mondolfo, e si estende per circa 420 ml, per un ettaro ca. di superficie. Presenta una forma piuttosto regolare, con all’interno due strade che, incrociandosi ad angolo retto, possono identificarsi con il cardo ed il decumano del castra di epoca bizantina (sec. VI) da cui sorse l’abitato. Punto di riferimento in epoca medievale fu la pieve, poi monastero, di San Gervasio di Bulgaria dal nome delle popolazioni, bulgari e sclavini, che un tempo abitavano la zona. La chiesa presenta molto materiale di riutilizzo di epoca romana e la cripta ospita un sarcofago bizantino in marmo del VI sec in stile ravennate. Sul finire del XIV secolo i Malatesta succedettero a Rainaldo da Mondolfo ed esercitarono il controllo diretto fino al 1462. A Galeotto Malatesta si deve il primo nucleo della Rocca di Mondolfo costruita a partire dal 1340. Nel 1352 e il 1353 scese la Compagnia di Fra Morreale, chiamato da Francesco Ordelaffi da Forlì contro Galeotto Malatesta, il Malatesta detto Guastafamiglia offrì 65 mila fiorini perché non saccheggiasse i castelli. Ciononostante Mondolfo fu tra quelli che subirono maggiormente il saccheggio. La terra rimase sotto il dominio malatestiano fino alla battaglia del Cesano dell’agosto 1462, nella quale Sigismondo Pandolfo Malatesta fu sconfitto da Federico da Montefeltro. L’ultima stagione di autonomia comunale ebbe termine nel 1474, quando il pontefice Sisto IV concesse in Vicariato Mondolfo, Senigallia, San Costanzo e Mondavio a suo nipote Giovanni della Rovere. Il periodo roveresco coincise con il Rinascimento, si rivelò prospero e felice per la cittadina grazie a agli stretti rapporti della casa principesca con le corti dell’Italia settentrionale e agli scambi commerciali e culturali con la stessa area. Splendido testimonianza del periodo roveresco e di quello immediatamente seguente è la chiesa agostiniana di Santa Maria del Soccorso, ricostruita dal 1586 al 1593 e che conserva all’interno opere di pittori di un certo rilievo tra cui Claudio Ridolfi, Francesco Guerrieri, Persuti, Sebastiano Ceccarini. Una tela del Ceccarini del 1757 si trova anche nella chiesa di San Sebastiano, costruita nel 1479 e ristrutturata negli anni 1738-1739. Per Giovanni Della Rovere Francesco di Giorgio Martini costruì tra il 1477 e il 1490 la Rocca che egli descrive anche nel suo trattato. Questo manufatto, che doveva essere molto simile alla vicina rocca di Mondavio, fu vandalicamente demolita nel 1864. ...».

Bibliografia e Sitografia
Articoli di approfondimento

CITTÀ

REGIONE

EPOCA

VI sec.

STATO DI CONSERVAZIONE

Discreto

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