CENNI STORICI
Itinerario:La strada più breve per raggiungere la Molinara è quella per Giovinazzo, poco dopo il molino-pastificio "Granspiga", sulla destra trovasi la strada dello "Scrifro". Passato il passaggio a livello ferroviario, poco dopo voltare a sinistra, trovasi la stradetta che porta direttamente alla Molinara.
Descrizione: Essa trovasi in un folto uliveto, misto ad alberi da frutta; la torre è cilindrica, alta circa 8 m. e si accede da levante a mezzo di una porticina ogivale, sormontata da due gattoni sporgenti in fuori, che fanno pensare sorreggessero un tempo una saettiera. Il nome dato alla torre spiega la sua forma cilindrica e indica la sua funzione: doveva servire per molire il grano, coltivato nel nostro territorio. Al piano terra doveva esserci la mole di pietra, azionata da un paziente mulo bendato,che girava intorno; al piano superiore c'era la tramoggia per mezzo della quale il grano finiva sotto la mola ed era ridotto in farina. La contrada è olivetata con molti orti circondanti, poichè essa è una delle migliori del nostro territorio per bontà di prodotti. La stradetta è sassosa e ai lati vi sono cespugli di more, di smilaci, di nepta, di camomilla e di altri fiori secondo le stagioni. Al primo sguardo la torre non suggerisce una visione storica di ardimenti e di lotte, bensì distensiva di una vita primitiva, fatta di lavoro e di operosità. Essa fu concepita al solo scopo di molire il grano, perciò a noi non resta che costruire mentalmente la vita serena di quei tempi, in cui agricoltura, pesca e artigianato erano le componenti principali della società molfettese.
Notizie storiche:Il nostro territori di circa 11.800 vigne, era coltivato ad ulivi ed a vigna e i terreni più fertili erano coltivati a grano. La sua produzione era sufficiente al febbisogno cittadino e, fatte le scorte per gli anni di carestie, il di più era venduto a Venezia, ad Ancona, a Ortanova, a Ragusa come l'olio e il vino. Il Capitolo Cattedrale e gli altri ordini religiosi possedevano complessivamente ben 5.700 vigne; come ebbe a sottollineare Ciro Saverio Minervini nelle relazione al governo Borbonico e confermato dal catasto Onciario del 1753. Quando con Giuseppe Bonaparte fu operata nel tavoliere l'abolizione della Dogana e iniziata la trasformazione agraria, la cultura cerealicola molfettese fu ridotta e la Molinara venne meno alla sua funzione originaria.
La Torre Molinara, alta circa dieci metri, svetta in un folto uliveto, misto ad alberi da frutta. Alla stessa si accede da levante a mezzo di una porticina ogivale, sormontata da due gattoni sporgenti in fuori, che fanno pensare all’esistenza in passato di una saettiera.
Costruita con antica maestria in pietrame irregolare, illuminata grazie alla porta d’ingresso e da un finestrino quadrangolare, posto al primo piano, fuori asse rispetto all’ingresso, Torre Molinara è collegata internamente da scale mobili, con accessi tramite botole fino alla terrazza. Particolarissima è la copertura del primo piano, realizzata a crociera, con chiave di chiusura decorata da un fiore quadripetalo con bottone centrale a rilievo, che assicura alla torre il tocco classico del periodo medievale.
Questa torre fu concepita al solo scopo della molitura del grano grano, perciò a noi non resta che costruire mentalmente la vita serena di quei tempi, in cui agricoltura, pesca e artigianato erano le attività principali che impegnavano la società molfettese.
Al piano terra doveva esserci la mole di pietra, azionata da un paziente mulo bendato, che girava intorno; al piano superiore c’era la tramoggia per mezzo della quale il grano finiva sotto la mola ed era ridotto in farina.
Bibliografia e Sitografia
https://www.visititaly.it/info/957743-torre-molinara-molfetta.aspx
Articoli di approfondimento
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