CENNI STORICI
«La piccola palazzina di caccia, eretta alla fine del ‘500 per volontà del duca Vincenzo I, si deve al progetto dei prefetti delle fabbriche ducali Giuseppe Dattari e Antonio Maria Viani e unisce nel suo profilo architettonico motivi tipici delle dimore gonzaghesche e richiami giulieschi e bavaresi. Conserva al suo interno e sotto il portico una ricca decorazione a finte architetture e motivi naturalistici, ispirata all'ambiente naturale che la circonda. La villa venne realizzata all'interno del Bosco Fontana, di proprietà dei signori di Mantova dal XII secolo e così chiamato per l'esistenza di una fonte d'acqua; il bosco, arricchito dai Gonzaga da animali selvatici e bestie esotiche, divenne in età moderna parco adibito alle cacce del principe. A difesa dagli animali feroci presenti nel parco erano stati eretti, contestualmente alla palazzina, una muraglia e quattro piccoli corpi angolari che esaltavano, insieme con le torrette cilindriche, l'aspetto castellano della struttura. Oggi Bosco Fontana è Riserva Naturale Orientata Biogenetica di proprietà del Corpo Forestale dello Stato; la Palazzina, dopo il lungo decadimento, è stata sottoposta alla fine del secolo scorso a sistematici interventi di restauro che hanno permesso il consolidamento di strutture e stucchi e hanno riportato a splendore le decorazioni dei portici e delle sale interne. Il Bosco della Fontana, pur tra traversie e vicissitudini, è ancora sostanzialmente inalterato e nel suo insieme mantiene l'assetto che aveva nel momento in cui il duca Vincenzo lo scelse per il suo nuovo palazzo. ... La Palazzina è da anni oggetto di una costante attività di restauro e valorizzazione che ha visto il Ministero impegnato, attraverso la Soprintendenza di Brescia, territorialmente competente, in una serie di iniziative in collaborazione con il Ministero dell'Agricoltura. I lavori di manutenzione e consolidamento sono stati innanzitutto indirizzati ad arrestare i fenomeni di degrado delle strutture, a cominciare dalle coperture, proseguendo poi al ripristino degli ambienti e allo scoprimento dei cicli di decorazioni interne. Nella prima metà degli anni '20 del Novecento si mette mano ai primi lavori di recupero e valorizzazione della palazzina su progetto e sotto la direzione dall'ispettore capo della forestale cav. Borghetti. Il computo metrico e stima delle opere, redatta nel 1923, elenca interventi di "intonacatura rustica alla base esterna del fabbricato", "riparazioni saltuarie al muro esterno mediante rinzaffo alle scrostature, otturazione di buchi, accomodi al cornicione". Ancora al Borghetti sono attribuibili lavori di revisione delle aperture esterne dei prospetti, alterate per esigenze funzionali nel tempo, con ripristino di alcune finestre già trasformate in porte e riapertura di altre tamponate, secondo il presumibile disegno originario, come mostrano planimetrie dell'epoca di recente riscoperte presso l'archivio della Soprintendenza di Brescia. ...».
Bibliografia e Sitografia
Articoli di approfondimento
CITTÀ
PROVINCIA
REGIONE
EPOCA
XII sec.
STATO DI CONSERVAZIONE
Restaurato
AUTORE DELLE AGGIUNTE / CORREZIONI
SITO UFFICIALE
IMMAGINI