Mantova (torre della Gabbia)

CENNI STORICI

«Una delle curiosità medievali che ancora rimangono a Mantova è la vecchia torre detta della Gabbia. L’edificio sorge in centro città ed è una costruzione solidissima del secolo XIII, che sembra facesse parte della prima sede dell'antico comune mantovano. L'altezza di questa torre è di circa sessanta metri. A cinquantacinque metri dal suolo si trova la gabbia, formata da grossissime sbarre di ferro, ove la tradizione popolare vuole si lasciassero morire i rei di alto tradimento, o d'altri delitti straordinari. La gabbia, visto l'uso a cui era destinata, è piuttosto ristretta e scomoda: misura due metri di lunghezza, un metro di larghezza ed un metro e pochi centimetri di altezza. Il disgraziato condannato alla gabbia poteva quindi stare solo seduto o supino. La leggenda popolare vuole che Filippino Gonzaga (il quale non figura neppure nella linea diretta dei signori di Mantova) nel 1341 facesse morire in quella gabbia Gilberto e Lodovico Fogliani, padre e figlio, rei di aver cospirato contro i Gonzaga. Ma non vi sono documenti che provino questo fatto. Di contro, negli archivi mantovani i documenti che comprovano l'uso della gabbia, appartengono al 1500, e si riferiscono ad un certo frate domenicano, che accusato di sacrilegio (per aver celebrato la messa senza esserne autorizzato e senza saper leggere), di ferimento, assassinio e stupro, ricercato dalla giustizia, fu trovato in una casa di donne di malaffare. L’uso della gabbia si conservò a lungo, come è dimostrato dai documenti, lettere e rapporti che il capitano fiscale trasmetteva ai Gonzaga. Le persone pietose potevano portare cibo o ristoro ai condannati lassù rinchiusi, onde prolungassero la loro misera esistenza: ma la scala della torre era così malagevole e pericolosa, che ben pochi si avventuravano a salirvi».

Bibliografia e Sitografia
Articoli di approfondimento

CITTÀ

PROVINCIA

REGIONE

EPOCA

XIII sec.

STATO DI CONSERVAZIONE

Restaurato

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