CENNI STORICI
«Porta Pradella (conosciuta anche come Porta Belfiore) era una delle porte della città di Mantova. La denominazione di Porta Pradella è attestata a partire dagli inizi del XVI secolo: anticamente la porta era infatti conosciuta col nome di Porta dell'Acquadrucio, fatta costruire in età comunale nel 1242 in seguito dell'ampliamento della città e della riorganizzazione delle linee difensive poste al di là della nuova urbanizzazione. L'antica porta è inoltre indicata fra le porte registrate nell'affresco della Masseria (XV secolo), presente in piazza Broletto. La porta sorgeva al termine dell'allora Borgo San Giovanni, successivamente chiamato Borgo del Leon Vermiglio (l'attuale corso Vittorio Emanuele), sviluppatosi al di fuori della Porta delle Quattro Porte. La Porta dell'Acquadrucio dava sbocco alle strade che portavano al Cremonese: sorgeva sull'antica Fossa Magistrale, protetta a sud-est dal Bastione d'Ognissanti. Venuta meno la sua importanza difensiva, cadde progressivamente in rovina: i suoi resti - come si evince dalla minuziosa distinzione delle varie sezioni della porta, operata dal Cherubini nei suoi disegni - sarebbero in seguito stati incorporati nella successiva Porta Pradella, realizzata dagli Austriaci verso la metà dell'Ottocento. Più volte nel corso della prima metà dell'Ottocento il Comune di Mantova insieme al Genio Militare avevano espresso la volontà di fortificare Porta Pradella (1800, 1832, 1838). Finalmente il 13 maggio 1846 venne presentato alla Commissione d'Ornato e alle autorità militari il progetto definitivo - su disegno del bresciano Giovanni Cherubini - per la costruzione di Porta Pradella. Una volta approvato, si provvedette, verso la fine del 1847, alla messa all'asta dei lavori, conclusi nel maggio del 1850. La nuova porta si presentava in forme neoclassiche, con un avancorpo caratterizzato da quattro semicolonne doriche, coronate da trabeazione e sovrastate da un attico che mascherava il retrostante tetto del fabbricato. La muratura del fabbricato presentava parti a bugnato alternate a parti invece lisce. I prospetti laterali si presentavano in muratura priva di decorazioni, mentre i locali interni erano intonacati. Il fornice centrale conduceva ad un ponte, inizialmente levatoio. La porta, perso nuovamente il proprio ruolo difensivo con l'annessione di Mantova al Regno d'Italia, risultò ben presto inutile alla città e ben presto fioccarono le proposte di demolizione. Questa tuttavia sopravvisse fino alla fine degli anni trenta: una delibera del 20 novembre 1939 firmata dal podestà della città ne autorizzava quindi la demolizione, sostenendo lo scarsissimo valore storico e artistico del manufatto e l'inutilità dello stesso anche dal punto di vista prospettico, a chiusura di corso Vittorio Emanuele, rispetto al quale risultava abbastanza decentrata. ...».
Bibliografia e Sitografia
http://it.wikipedia.org/wiki/Porta_Pradella
Articoli di approfondimento
CITTÀ
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REGIONE
EPOCA
XVI sec.
STATO DI CONSERVAZIONE
Buono
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