Manfredonia (castello)

CENNI STORICI
Il Museo Archeologico Nazionale di Manfredonia ha sede all’interno dell’imponente architettura del castello.
 
Nelle sue forme attuali, il castello è il risultato di una serie di interventi, modifiche e restauri che hanno trasformato nel tempo l’impianto originario. Tradizionalmente attribuito all’iniziativa del figlio di Federico II di Svevia, Manfredi (1232-1266), alla sua morte, la città di Manfredonia non era ancora dotata delle più importanti infrastrutture viarie e difensive. Sarà Carlo d’Angiò a portare a compimento la costruzione della cinta muraria e del maniero fortificato. Il nucleo più interno del complesso era a pianta quadrangolare con torri angolari; al successivo periodo aragonese risalgono la trasformazione delle torri, tranne una, da quadrate in cilindriche e l’ampliamento del castello con la costruzione di una seconda cinta muraria esterna, con inclinazione a scarpa e torrioni circolari agli angoli.
 
Uno di questi torrioni circolari fu trasformato dai viceré spagnoli, alla metà del XVI secolo, nel bastione pentagonale dell’Annunziata.
 
Dopo il saccheggio dei turchi nel 1620, il castello perse la sua funzione difensiva e nei secoli fu utilizzato per scopi diversi, finché nel 1968 fu donato allo Stato perché fosse adattato a museo, dove conservare i principali rinvenimenti archeologici dell’area del Gargano.
La nascita del primo nucleo della collezione del museo è legata alla scoperta delle stele daunie e alla figura di Silvio Ferri, archeologo toscano, che negli anni Sessanta del secolo scorso recuperò nelle campagne del territorio sipontino questi straordinari reperti, lastre di pietra dalle stilizzate forme umane, riferibili a personaggi di rango della civiltà daunia, utilizzate come segnacolo di tomba e decorate con incisioni e vivaci colorazioni. Si distinguono in stele con ornamenti, con un ricco insieme di elementi decorativi della veste funeraria (collane, fibule, pendagli, cinture) e stele con armi, caratterizzate dalla presenza di pettorale, spada e scudo rotondo.
 
Nel 1980 venne realizzato il primo allestimento per l’esposizione delle stele daunie e fu organizzata la prima apertura al pubblico del museo che ospita, oggi, la più importante collezione di stele daunie al mondo. Il percorso espositivo segue un criterio cronologico che si snoda in quattro sale principali, arricchite da spazi di approfondimento dedicati ai rinvenimenti più importanti del territorio della Puglia settentrionale, dalla Preistoria alla fine dell’età arcaica.
 
Un lungo viaggio alla scoperta dei villaggi neolitici trincerati del Tavoliere, di antichissimi culti preistorici, come quello legato alla raccolta delle acque praticato nella Grotta Scaloria, a nord di Manfredonia, degli abitati fortificati dell’età del Bronzo, tra cui Coppa Nevigata fino all’incontro con i reperti di Monte Saraceno, che introducono alla scoperta della civiltà daunia.
Bibliografia e Sitografia

https://www.comune.manfredonia.fg.it/galleria-fotografica/castello-di-manfredonia/

Articoli di approfondimento

CITTÀ

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EPOCA

XIII sec.

STATO DI CONSERVAZIONE

Museo

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