Luco dei Marsi (centro storico)

CENNI STORICI

Lungo la strada che porta da Piazza Angizia (la vecchia "Piazza Macello" "o "Colonna") al quartiere di S. Maria è presente il Palazzo dei De Angelis una delle famiglie più importanti, insieme a quella degli Ercole, della Luco post rinascimentale. Il palazzo consta di due parti collegate tramite un passaggio ad arco ("sporto") e dotato di due ampi cortili laterali decorati da nicchie murali, pozzi e tavoli in pietra dotati di iscrizioni dedicatorie settecentesche: la prima, D.O.M. ic felix Antonius De Angelis hunc paradisium nec sibi, nec suis, sed cui Deus et die fecit A.D. MDCCALI.; la seconda, Idem dicit notabile dictum cum universis et singulis signanter amicis et familiaribus ut futuris inimicis caute tractatum praxis. Da notare, sull'ala settentrionale (proprietà Massari), una lunga iscrizione de125 ottobre del 1794 legata alla secolare controversia dei pescatori di Luco con i monaci di S. Maria della Vittoria di Scurcola ed i Colonna: si parla della decisione presa dalle autorità napoletane nella secolare controversia relativa alla pesca nel Fucino a favore dell'Abate di Scurcola mons. Rossi che ha il diritto di pescare con due barche caporali, venti barche auditrici e ben 130 pescatori patentati, come per il contestabile Filippo IIl dei Colonna, mentre gli altri pescatori dovranno chiedere licenza alla Badia scurcolana All'esterno del palazzo e sui muri dei cortili è evidente il simbolo del sole radiato di S. Benardino da Siena, a cui i De Angelis erano particolarmente devoti. Nelle vicinanze, all'inizio della parte alta della "Rua" di Via Virgilio al n. 36, è presente, alla base dello stipite sinistro dell'ingresso della Cantina, una iscrizione appena leggibile dato l'accumulo di vernice sulla pietra, attestante i limiti raggiunti nel 1816 dal Lago Fucino: in/a(nno)D(omini). Jh'16acq('ua) /lag(o). Fuc(ino).

In un edificio del nucleo centrale del centro storico, vicino alla cosiddetta "Porta Capraia" del XIII-XIV secolo, lungo Via Roma al n. 18 all'incrocio con Via Rapisardi, in alto, è una tabella in pietra calcarea con iscrizione rinascimentale del 5 settembre del 1527 che data l'edificazione dell'edificio: Unicentiox.Mion(i) /Leoni. ffare/adi S.seceibris/ MS.Z7.m.i. ('.)()a. Sulla stessa strada si notano le tipiche stradine medioevali trasversali caratterizzate dai supportici (vie "della Grotta" e "dell'Arco Scuro"), mentre più oltre si appare, in vicinanza sullo sbocco sulla Piazza Umberto I, la bella facciata settecentesca del vecchio Palazzo Placidi, rimaneggiata dopo il terremoto; qui si apriva una stradina (ora occupata da un fabbricato) detta "via della Torre", che permetteva di salire sulla rocca del paese, ora, distrutta e occupata dalla Piazza delle Campane. Sulla bella ed ampia piazza panoramica Umberto I si apre la vecchia sede comunale, con la sua facciata orizzontale delineata dal balcone con l'orologio sovrastante; esistente nel luogo già dal Seicento è ora occupata da alcuni uffici comunali, dalla Pro Loco e dalle sede dei DS. Sopra la stessa, in Via Fantuzzi, ma delimitato dalle vie del Municipio, della Chiesa e Garibaldi, è il complesso palazziale della famiglia Ercole nella sua fase setteottocentesca, ora diviso in più proprietà ed, in parte, in corso di restauro.  La presenza della Proprietà Torlonia nell'abitato di Luco è attestata dalla Madonnina di ghisa rivestita di stucco dipinto presente su Via dei Marsi al n. 10 che presenta ancora l'iscrizione della posa nel 1867 e segnati i limiti delle acque del Fucino nel 1869: in alto, Ave Maria / a devozione / di / Alessandro / Torlonia / posta alla / sponda del / Fucino / anno /MDCCCLXII; alla base, Limite delle acque /'nel /1869

Bibliografia e Sitografia
Articoli di approfondimento

CITTÀ

PROVINCIA

REGIONE

EPOCA

VIII sec.

STATO DI CONSERVAZIONE

Buono

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