Longiano (castello malatestiano)

CENNI STORICI

Si accede al centro storico transitando per una delle tre porte di accesso, porta Girone, porta Tagliata o porta del Ponte. Percorrendo le stradine acciottolate del nucleo storico, ancora abitato e ben conservato, si giunge in breve alla pittoresca Piazza Malatesta e sullo sfondo si nota immediatamente la porta di accesso al castello, con a fianco la slanciata torre civica.

Oltrepassato il cancello ci troviamo in una piazzetta interna con balcone panoramico. Da notare la "fontana dei Veneziani" del secolo XVI, pregevole manufatto testimone della breve dominazione della Repubblica di Venezia.

Sul fronte l'imponente dimora signorile fortificata, oggi sede della fondazione Tito Balestra, ricchissima collezione di opere d'arte figurativa raccolte dal poeta e giornalista omonimo (1923-1976): opere di Rosai, Mafai, De Pisis, Sironi, Vespignani, ricca collezione di Mino Maccari (1800 oli e grafiche) e incisioni di Morandi, Zancarano, Goya, Chagall, Kokoshka, Matisse.

Le origini del castello non sono note, certo è che nel 1059 sul luogo esisteva una antica roccaforte a scopo difensivo. All'epoca l'intero territorio era oggetto di aspre contese fra i Cesenati e i Riminesi, e la stessa Longiano fedele ai Riminesi fu oggetto di invasioni e scorrerie, tanto che nel 1198 le strutture difensive furono completamente distrutte.

Ricostruito e fortificato nel 1216, riuscì a contrastare i tentativi di conquista da parte dei Cesenati, restando fedele ai Riminesi. Con l'avvento della signoria dei Malatesta anche Sogliano, come Rimini, fu assoggettata a questa potente famiglia che qui governò dal 1290 al 1463. È questo il periodo di massimo splendore del castello, che viene fortificato ed in parte adattato a residenza.

Con la caduta dei Malatesta il castello torna sotto il diretto dominio dello Stato Pontificio che affida il territorio al controllo di vicari nominati direttamente dal papa.

Dopo una breve dominazione da parte dei Veneziani 1503-1506, viene affidato da papa Leone X ai Rangone di Modena che controllano il fortilizio dal 1519 al 1581, anno in cui l'intero territorio torna ad essere assoggettato direttamente allo Stato Pontificio, che a parte la parentesi napoleonica 1790-1814, ne rimane il controllo fino all'Unità d'Italia.

Bibliografia e Sitografia

appenninoromagnolo.it

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XIV sec.

STATO DI CONSERVAZIONE

Restaurato

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