Lierna (castello)

CENNI STORICI
Il Castello fu concepito inizialmente come una fortezza militare su fondamenta romane e qualche studioso ne vede la pianta come quella di un villaggio di coloni romani della misura di sedici piedi quadrati divisi in sedici lotti. Un'accurata indagine topografica effettuata sugli spessori delle murature ha permesso di constatare che in alcuni tratti nel fronte sud-ovest verso lago, dove esistono ancora tracce delle garritte, i muri in pietrame irregolare, non intonacato, misurano esattamente un cubito (44,4 cm), mentre in altre porzioni più interne, dove forse sorgeva la torre, ne misurano due sul lato nord e tre su quello sud. Con questo si può concludere che la prima edificazione della fortificazione, con funzione difensiva lungo la strada dei passi alpini, risale all'epoca romana. Il Castello sorge su un promontorio naturale che ne accentua il carattere insulare e difensivo e presenta tuttora una cinta muraria con resti di epoca medioevale. Almeno fino al secolo XII possedeva anche una torre nella sua parte nord occidentale, la cui base è ancora in parte visibile in Piazzetta Dogali. Tutto il complesso ha subito nel corso dei secoli molti rimaneggiamenti che ne hanno cambiato il volto e la funzione. Caduto in disuso come opera difensiva delle acque, assunse carattere di borgo residenziale e commerciale. In passato aveva giocato un ruolo importante nelle vicende economiche, politiche e militari per la popolazione che abitava e coltivava il suo territorio. Era il luogo dove la comunità rurale locale si rifugiava per sommare le forze difensive richiamate dai borghi sparsi nella campagna. Serviva inoltre per conservare le derrate alimentari prodotte in loco (olio e vino) e per commerciarle attraverso la navigazione, usufruendo della facilità di approdo e sicurezza sulla Riva Bianca e sulla Riva Nera. Il borgo non è una struttura compatta ma un insieme di case accostatesi e aggregatesi nel tempo in seguito a successive aggiunte e modifiche, a seconda delle necessità che si presentavano ai proprietari. è ancora evidente, conglobato in molti punti della struttura, il riutilizzo di materiale preesistente derivante da abbattimenti (gradini, avanzi di capitelli, macine da torchio). La sezione più compatta verso nord-est, dove scendeva la Via Ducale e la parte inferiore del casamento sei-settecentesco mostrano mura del secolo XII. Verso nord-ovest corre una specie di spalto e alcune alte case mostrano accurati spigoli lavorati come resti di torri. A sud ovest restano delle mura con torricelle a recinzione di orti. Sullo spigolo esterno a est si notano le strutture quadrate come di un impianto di torre. Le costruzioni molto eterogenee, databili dal XVI al XVIII secolo, presentano ancora interessanti strutture e arredamenti esterni e interni: portali in pietra scolpita, inferriate, affreschi, soffitti a involto e a vela, pavimentazioni in sasso e camini di raffinata fattura con gli stemmi delle famiglie locali Panizza e Venini. Si segnalano anche alcuni affreschi sei-settecenteschi, purtroppo molto deteriorati, sulla facciata di un'antica abitazione prospiciente un giardino sul lago, raffiguranti la Madonna delle Nubi sorretta dagli angeli, una meridiana e uno stemma imperiale. La struttura interna del Castello è fatta di vicoli e cortiletti. Vi si accede attraverso un androne a lago, sovrastato da un insolito giardino pensile, oppure da un grande portico con scalinata verso la Riva Bianca. Nel muro del portico sono ancora ben evidenti i cardini che sorreggevano anticamente un portone e i fori in cui si infilavano le spranghe che chiudevano l'accesso. Si parla in proposito dell'esistenza di un ponte levatoio nel Medioevo. ... Le prime notizie documentate riguardano la guerra decennale tra Como e Milano, svoltasi quasi tutta sul lago dal 1117 al 1127 e che coinvolse la maggior parte dei paesi rivieraschi. Gli episodi del conflitto sono stati raccontati da un anonimo poeta dell'epoca, conosciuto come "Anonimus Cumanus." Egli narra nel suo poema l'assalto alla torre del Castello sulla cui sommità crescevano folti lauri e tra le cui mura gli abitanti del luogo avevano stivato il vino. Alcuni Liernesi ebbri, saliti sul fortilizio, coprirono di ingiurie i comaschi che si erano avvicinati e che avevano poi incendiato il tetto e distrutto gli spalti. Dalle botti sfasciate il vino fluiva abbondante e andava ad arrossare il lago fra i lamenti dei coloni. Dopo una lunga resistenza di dieci anni, il 27 agosto 1127 Como capitolò per il moltiplicarsi dei nemici e Milano si liberò di un'antagonista potente. I comaschi subirono l'abbattimento delle mura cittadine e il pagamento di un tributo a Milano a cui furono sottoposti fino al 1154. Nel 1147 tutto il territorio di Lierna apparteneva al Monastero di S. Dionigi in Milano, a cui era stato donato dall'arcivescovo Ariberto nel 1035. Nel 1202 i consoli del paese vendettero a Pietro Brancesari, podestà di Varenna, alcuni terreni precedentemente posseduti dal monastero. Nello stesso anno furono vendute a Varenna tutte le terre del paese con giurisdizione e diritti annessi, dopo averle riscattate dal Monastero di S. Dionigi. Anche il Castello passò così ai varennesi. Nel 1415 la penisola del Castello è citata fra le fortificazioni del Ducato di Milano atte a difendere la Riviera Orientale del Lario contro un'eventuale invasione veneta. Il Castello pare fosse una base di appoggio nel XVI secolo per le incursioni sul lago di Giangiacomo Medici detto Medeghino (n. 1485), il cui fratello Angelo sarebbe diventato pontefice col nome di Pio IV, e il cui nipote sarebbe stato S. Carlo Borromeo. Nel 1522 il Medeghino era riuscito ad impossessarsi del feudo di Musso e del suo castello, facendosi nominare dapprima Castellano e poi Marchese. Fortificò il castello, facendone una rocca inespugnabile e da qui iniziò a compiere scorrerie sul lago con la sua flotta armata composta da veloci natanti. Ingrandì in breve il suo dominio con battaglie navali e terrestri fino a conquistare il Contado di Chiavenna, di Lecco, delle Tre Pievi, della Val d'Intelvi, della Valsolda, della Valassina, della Valsassina e della Pieve d'Incino.
Bibliografia e Sitografia
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CITTÀ

PROVINCIA

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XII sec.

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