CENNI STORICI
Il Castello di Lettere si erge sulla cima della collina di San Nicola del Vaglia, a 347 metri sul livello del mare su una terrazza in pietra calcarea appartenente alla catena dei monti Lattari, da cui domina la città di Castellammare di Stabia con il suo golfo. Durante il x secolo la città e l’area circostante entrarono a far parte dei territori sottoposti alla città stato di Amalfi. Lettere sotto il ducato di Mansone III acquisì la funzione di avamposto a controllo del limes nord est del ducato, e in particolare del valico di Pino Agerola, uno dei due importanti punti di accesso al territorio provenendo dalla piana sarnese. Il castrum Letterensis non fu il primo castello nato a questo scopo. la sua erezione segue probabilmente di pochi anni quella del castello di Pino, costruito nel 949 per volontà del duca Mastalo I con il preciso compito di controllare i possessi amalfitani di Gragnano e Pimonte, fino a questo momento privi di una propria difesa. il castello di lettere sebbene non integro, conserva gran parte degli elementi della fortificazione. La sua veste attuale mostra principalmente le modifiche apportate durante la fase militare angioina. fu costruito sulla roccia sul punto più alto e sopraelevato. Mantiene due delle tre cortine della cinta muraria di forma poligonale. Un mastio e due torri fanno da cerniere negli angoli della cinta; una quarta torre interrompe la cortina sud, mentre di una quinta rimangono solo le tracce del basamento, adiacenti alla porta a saracinesca, un ingresso molto eroso, con labili tracce dell’incavo sui pilastri laterali,unico residua della perduta cortina nord-est. analizzando queste strutture murarie si sono potute individuare cinque fasi di costruzione. La prima fase riguarda la dominazione amalfitana, databile al X secolo, quando venne costruita la parte bassa del muro di cinta con merli a sagoma diritta e saettiere visibili ancora oggi nella cortina sud. l’accesso al castello avveniva da una porta-torre inglobata successivamente nella torre centrale della cortina Sud, un accesso controllato che consentiva di bloccare visite non gradite. La porta era posta sotto il tiro degli arcieri, sistemati sul corridoio superiore dietro la linea dei merli. La fase successiva è ascrivibile all’età normanna, databile agli anni della occupazione di re Ruggero II (1131) che conquistò il territorio espugnandolo faticosamente castello per castello. Ai normanni si deve la sopraelevazione della cortina muraria con una nuova merlatura e la costruzione di una porta all’interno della muratura sud, provvista in alto di ponte levatoio, con relativa chiusura del precedente ingresso. Oltre ai lavori al castello ai normanni si deve anche la costruzione della adiacente cattedrale romanica, con decorazione policroma in tufo giallo verde. Una decorazione simile era presente anche sulla cortina sud del castello, dove si rilevano piccole cornici tufacee che probabilmente si legavano alla bella decorazione presente nella successiva torre campanaria e nel muro sud della cattedrale. s’ipotizza infatti l’esistenza di un muro tra il castello e la cattedrale che spiegherebbe la presenza della piccola porta ancora oggi visibile nell’angolo sud-est del castello; si tratta del passaggio a gomito posto tra la cortina est e la cortina sud tra l’esterno della rocca e il cortile interno del castello. La successiva fase sveva, riconducibile alla presenza a lettere del maresciallo di Federico II, Riccardo Filangieri, feudatario di Lettere a partire dall’anno 1263, è caratterizzata dalla realizzazione del mastio e della torre est, simile nella veste alle torri angolari rompitratta presenti nei castelli federiciani. attualmente sulle strutture murarie non è possibile individuare elementi significativi del periodo svevo in quanto le due torri sono state fortemente modificate durante la successiva fase angioina, databile tra XIII e XV secolo. Il mastio e la torre est sono stati originariamente realizzati con mattoncini in tufo rosso. il primo si caratterizza per la presenza di numerosi apparecchi difensivi, diversamente della torre est che ne è priva. Il mastio ha ingresso sopraelevato e la parte bassa è divisa a fascioni. in alto il coronamento è a triplice mensola di pietra sagomata analogamente al coronamento del castello angioino di Castellammare di Stabia caratterizzato da quadruplici mensole di piperno in aggetto e dall’archeggiatura su piccole mensole. La fase angioina, di cui abbiamo già visto questi ultimi elementi, si caratterizza per una volontà difensiva più che ornamentale. tutta la collina viene “armata”. fu in questo periodo, infatti, che il castello partecipò attivamente alla guerra del vespro sotto il dominio di Gerberto di Hervilla, fedele milite di Carlo d’Angiò. In questa fase viene aggiunta la torre cilindrica chiamata oggi torre del grano, collocata nell’angolo ovest. A difesa delle porte vennero eretti i due torrini merlati. furono aperte le bucature tonde per i fucili. la parte basamentale dei muri viene rinforzata. All’interno del castello vennero realizzati i corridoi pensili, ovvero i passaggi coperti che mettevano in comunicazione i piani alti delle torri, probabilmente serviti da scale, e gli altri accessi ai camminamenti alti. L’ultima fase di vita del castello è imputabile alla dominazione aragonese, databile al XVI secolo, quando il castello perse la funzione difensiva e assunse prevalentemente quella residenziale. Le ultime modifiche del maniero si concentrano infatti nella corte interna costruita su una naturale sopraelevazione della roccia nella parte più a nord dell’area. Entrando nella corte dall’ingresso nord si può cogliere la sua articolazione composta da più ambienti. Subito a est si incontra un vasto spazio chiuso con un catino absidale ricavato in spessore di muro sulla parete interna della cortina est e un secondo ambiente voltato, forse entrambi pertinenti ad una cappella. Di qui si possono vedere in tutto il cortile numerosi muretti, bassi e di limitata lunghezza. Si tratta di lacerti di muri dal perimetro irregolare che componevano più ambienti. L’area ovest è occupata dalla torre ovest; al primo piano del torrione sono stati ricavati un lavatoio in muratura e alcune vasche. Al piano terra sono stati realizzati un corridoio di servizio con accesso agli apparecchi difensivi delle torri ovest ed est e tre ambienti cisterne, con un’apertura circolare sul piano superiore e rivestimento interno in malta idraulica. Oltre a queste interne altre vasche sono visibili all’esterno e all’interno alla struttura. A sud rimangono sette ambienti, lunghi e stretti su base rettangolare, caratterizzati da coperture voltate di cui sono visibili i pennacchi di archi acuti e due volte a botte sulla parete. Due ambienti sono visibili più a est in successione: in parete rimangono le tracce di due volte a botte ribassata, mentre al piano terra si aprono due locali ciechi coperti da volte a botte ribassata ricavati in spessore di muro. con la fase aragonese il castello vive ancora un momento di splendore. Esso conservava infatti ancora un aspetto imponente come si ricava dalla lettura dell’atto di vendita del castrum litterensis databile al 1529, quando fu acquistato da Isabella De Crapona. la descrizione recita: “la città tiene un muy lindo y fuerte castillo cum quattro turrionesy una grande torre maestra, tiene tre puertes con puentes levadizos y està en alta della ciudad en gentil lugar”. Dopo questo ultimo fiorente periodo il castello iniziò una lunga fase di declino e non fu più adeguato alle nuove tecniche militari giungendo lentamente allo stato di abbandono e infine ai moderni restauri che l’hanno riportato, in parte, al suo originario splendore.Bibliografia e Sitografia
https://dagostinotour.com/2022/09/10/il-castello-di-lettere-e-la-sua-posizione-strategica/ https://fondoambiente.it/luoghi/castello-medioevale-lettere?ldcArticoli di approfondimento
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