CENNI STORICI
«Su un lato della piazza centrale di Lacedonia si trova un Palazzo-Fortezza, noto come "Castello Pappacoda", in quanto fatto edificare - intorno al 1500-1501 - da Ferdinando Pappacoda, divenuto - nel 1496 - feudatario di Lacedonia, per investitura del re di Napoli, Federico D'Aragona. Il "Castello Pappacoda" fu Residenza gentilizia (sia pur fortificata) e venne detto "Castello Nuovo", per distinguerlo dal Maniero più antico, quello degli Orsini. Infatti, del vecchio Fortilizio di Lacedonia - edificato agli inizi dell' XI secolo, rifatto in Epoca Normanno-Sveva e trasformato in Castello-Residenza agli inizi del Quattrocento dagli Orsini, non resta più nulla. Esso fu, infatti, raso al suolo dal disastroso sisma del 1456. Di quella originaria, l'odierna struttura del c.d. "Castello Nuovo"mantiene una sola delle originarie tre Torri e parte del corpo di fabbrica, visto che i terremoti che si sono succeduti nei secoli le arrecarono danni consistenti. I restauri ne modificarono in parte l'originaria configurazione, mantenendone inalterati i merli della Torre sul lato Sud, diverse feritoie e l'antico pozzo. Anche se gli eventi tellurici lo hanno danneggiato, il Maniero oggi presenta ancora elementi architettonici che risaltano le originarie caratteristiche di luogo fortificato: oltre alla già ricordata Torre (con una serie di finestre e aperture utilizzate come cannoniere) sono ancora in piedi cortine murarie costituite da pietre calcaree di medie dimensioni. La prima notizia storicamente fondata circa l'esistenza del Borgo di Lacedonia - sviluppatosi intorno ad una Fortezza Longobarda - risale al 1059 ed è riportata nella Cronaca di Leone Ostiense. Dopo brevi infeudazioni, nel 1501 il Borgo passò prima a Baldassarre Pappacoda, poi a Zenobia Doria (nel 1584) ed infine, nel 1769, ad Andrea III Doria Panfili, ultimo Feudatario del paese. Per dovere di cronaca storica, va precisato che – al tempo dei Normanni – il Feudo di Lacedonia apparteneva a Riccardo Balbano: questi volle fornire un suo contributo alla Terza Crociata, inviando sessanta fanti e sessanta cavalli. Potentissimi sotto Federico II, i Balbano governarono il Feudo di Lacedonia fino all'avvento di Carlo d'Angiò, che lo tolse a questa prestigiosa Famiglia Feudale.
Il Feudo passò, poi, alla Famiglia Orsini, Principi di Taranto. Uno di essi, tale Gabriele Orsini, ricostruì la città ridotta in macerie dal terremoto del 1456, chiudendola in una cinta muraria con fossato e quattro porte. Nella notte tra il 10 e l'11 settembre 1486, i Baroni ribelli si radunarono nella Chiesa di S. Antonio e congiurarono contro il Re - Ferrante I d'Aragona - ed il figlio di questi - Alfonso, Duca di Calabria. L'avvenimento, narrato dallo Storico napoletano Camillo Porzio, coinvolse Papa, Principi e Sovrani e mise a rischio il dominio aragonese sull'Italia meridionale. Durante la "Congiura dei Baroni", il Castello fu spesso luogo di convegno dei ribelli. In quell'epoca, ne era feudatario Pirro del Balzo, che aveva sposato una figlia di Gabriele Orsini. Nonostante Pirro fosse stato tra i congiurati, il sovrano non confiscò il Feudo in quanto, essendo beni dotali della moglie furono ereditati dalla figlia Elisabetta che sposò Federico d'Aragona. Quest'ultimo, ereditato il trono nel 1497, diede Lacedonia in usufrutto ad un Cardinale e, dopo la sua morte, la vendette a Baldassarre Pappacoda, suo amico e consigliere, che - nel 1500 - costruì , fuori dell'abitato ed ad occidente di esso, un Castello munito di tre Torri, che si chiamò Nuovo per distinguerlo dall'altro, più antico degli Orsini. Fu all'origine una vera e propria fortezza, perché munito di merli, bocche per cannoni, cammino di ronda, feritoie, fosse e passaggi sotterranei. Anch'esso però, nei secoli passati, è stato più volte danneggiato dai terremoti e di conseguenza ha subìto modifiche coi lavori di restauro, in modo particolare la parte anteriore all'esterno e all'interno, quasi tutto il piano superiore. Comunque conserva ancora tutti i merli della torre sul lato Sud, molte feritoie e l'antico pozzo. Il Castello fu dimora dello stesso Ferdinando Pappacoda, che morì in Lacedonia con la moglie Cornelia D' Accio. La Famiglia Pappacoda rimase in possesso di Lacedonia fino al 1566, quando Castello e Feudo furono comprati dai Carafa e, successivamente, nel 1700 circa, dal Principe di Genova, Andrea Doria Panfili. I Doria possedettero il Castello di Lacedonia fino al 1806, anno in cui Napoleone Bonaparte abolì il Feudalesimo. Successivamente, il Castello fu acquistato dalla Famiglia Onorato e censito al catasto urbano».
Bibliografia e Sitografia
http://www.avellinoturismo.it/arte-e-cultura/castelli/item/55-il-castello-fortezza-di-lacedonia.html
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