JELSI (palazzo ducale Carafa)

CENNI STORICI

Maestoso sull'abitato jelsese si erge il palazzo ducale, linea di confine tra l'antico e il moderno e allo stesso tempo porta di passaggio tra il "vecchio" e il "nuovo" Jelsi. Coincide in parte con quelle che erano le mura fortificate del vecchio borgo medievale visibili ancora oggi in pochi punti del centro storico. L'edificio si affaccia interamente sul largo Chiesa Madre dal 1838 data in cui questa fu creata sottraendo all'urbanistica del centro storico delle piccole stradine interne, mentre esternamente, alle sue origini, vedeva ai piedi il fossato che lo divideva da Piana S.Biagio (attuale Piazza Umberto I), lungo la facciata esterna è presente la porta principale, anticamente fornita di ponte levatoio, che permette l'ingresso nel borgo antico e al palazzo. Il Palazzo nel 1562 fu registrato insieme alle altre abitazioni di Jelsi nella "Numerazione dei Fuochi" (antico censimento dei nuclei familiari e delle relative abitazione), al numero 169 di questa si può leggere: "Casa grande con torre bene adatta ad abitazione di molti vani con camini e focolari, che dicono essere posseduta dal barone della terra". Ma chi sono stati i baroni della nostra terra e quindi gli inquilini della "casa grande"? Il primo documento riguardante Jelsi come territorio indipendente e non unito ad altri agri risale al 1249 ed elenca i suoi confini. Da un diploma del 6 marzo 1270 si apprende, invece, che Jelsi e il vicino territorio di Gildone furono riuniti sotto uno stesso feudo e assegnati a Bertrando di Beaumont. Il nome di Bertrando ricorre ancora in atto del 1294: l'atto attesta a Bertrando un risarcimento (120 once), per i danni causati al feudo da un evento sismico. L'estinzione del casato di Beaumont fu segnata dalla morte di Bertrando nel 1334 e il feudo di Jelsi, dopo il matrimonio di Bertranda con Barrasio Barras, passò alla famiglia Barras fino al 1477. Le fonti scritte citate, se non quella del 1562, non fanno menzione del castello, per dare quindi una data, se pure approssimativa al castello, dobbiamo scendere nella cripta del palazzo scoperta del 1947. Qui infatti è custodito il sepolcro attribuito alla famiglia Beaumont, sul quale è scolpito uno scudo che ricorda la nobile famiglia. A sinistra dello stemma è dipinto il volto di Bertranda Beaumont; a destra doveva essere raffigurato il consorte, Barrasio Barras, che poi probabilmente fu seppellito altrove. Quasi sicuramente i dipinti furono commissionati dalla famiglia Beaumont, che utilizzò il luogo per la sepoltura dei suoi familiari. Tali ritrovamenti inquadrano la nascita del Castello Angioino nel XIII sec. Il Palazzo che possiamo ammirare oggi, invece, risale al 1517 e fu eretto da Giovanni Pinabello sulle rovine del precedente castello di cui ancora oggi si hanno testimonianze nei primi piani e negli scantinati.

Bibliografia e Sitografia

Palazzo Ducale dei Carafa - Cappella e Cripta SSAnnunziata Jelsi, (beniculturali.it)

Articoli di approfondimento

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XIX sec.

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