ISOLA CAPO RIZZUTO (torre di San Pietro in Tripani)

CENNI STORICI
«Situata ai confini del territorio di Isola con quello di Cutro, la località fu abitata fin dai tempi più remoti. Numerosi sono i resti di insediamenti accertati lungo la vallata di Tripani ... Morto nel maggio 1599 il barone Gaspare Ricca subentrò nel feudo di Isola il figlio Antonio. Si deve ad Antonio Ricca la costruzione della torre, che così è descritta nell’apprezzo del 1633: “Dentro questo territorio detto San Pietro è una torre quadrata grande, fatta con molta spesa, forte per ogni assalto inimico, have habitationi superiori, et inferiori, e s’entra in essa per ponte, et anco in detto territorio un molino, il quale con alcuni territorii baronali s’affitta e se porta compensamente in docati dieci” (Carnì M, Isola di Capo Rizzuto in età moderna. Nuove prospettive da un apprezzo inedito del 1633, in "Quaderni Siberinensi", a. 2009, p. 60). La presenza della torre e lo spopolamento del casale sono anche documentati nella relazione del vescovo di Isola Giovan Battista Morra (1647–1649): “Prope flumen Tacinae adest quodam aliud Casalem dictum Sanctae Mariae Magdalenae, sed nunc dirutum, et Casalem Sancti Petri de Tripano similiter dirutum; in istis locis non adsunt aliqua aedificia, nisi quaedam Turris Baronis in qua nequidem ab aliquo habitatur” (Rel. Lim. Insula. 1648). Colpito dalla malaria e dai debiti, Antonio Ricca, barone di Isola, è costretto a mettere all’asta il feudo nel Sacro Regio Consilio, che comprende la città di Isola con tutti i suoi diritti e membri, compreso Santo Pietro, che è comprato nel 1634 da Francesco Catalano, figlio di GiovanLoise e di Isabella Ricca. Alla sua morte seguì l’anno dopo il figlio Loise (Rel. Lim. Insula., 1644). ... La località riprese vita soprattutto quando nel 1837 Luigi Barracco vi costruì un concio per la lavorazione della liquirizia. Nel 1854 Alfonso Barracco, figlio ed erede di Luigi e di Chiara Lucifero, vi fece costruire una moderna fabbrica, che nel 1865 fu potenziata con l’introduzione di una potente macchina a vapore. Il prodotto, esportato in America, Inghilterra e Russia, nella seconda metà dell’Ottocento è pregiatissimo ed ottiene la medaglia d’oro nel 1867 alla esposizione di Parigi e quelle d’argento a Torino nel 1884, a Vienna ed a Chicago. Nel 1909 lo stabilimento fu ampliato. Accanto allo stabilimento, al palazzo baronale e alla chiesa sorse un vero e proprio insediamento di famiglie operaie, che vitalizzarono il luogo. Negli anni Cinquanta la fabbrica dà lavoro a circa un centinaio operai ed esporta il prodotto soprattutto negli Stati Uniti D’America. Con il cambiare dei gusti e con la Riforma agraria lo stabilimento chiuse e il luogo detto “Il Concio” fu temporaneamente utilizzato come sede di attività agricola».
Bibliografia e Sitografia
http://www.archiviostoricocrotone.it/urbanistica-e-societa/storia-di-un-casale-scomparso-san-pietro-di-tripani... (a c. di Andrea Pesavento) https://castelliere.blogspot.com/2015/07/il-castello-di-sabato-25-luglio.html
Articoli di approfondimento

PROVINCIA

REGIONE

EPOCA

XVI sec.

STATO DI CONSERVAZIONE

Discreto

AUTORE DELLE AGGIUNTE / CORREZIONI

(a c. di Andrea Pesavento)

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