CENNI STORICI
«STORIA. Il castello di Frascarolo nacque probabilmente in epoca medioevale con funzione di controllo e di difesa, di cui è testimone il possente torrione ovest. Anche la sua particolare ubicazione, lungo la strada che metteva in comunicazione Varese con i centri posti a confine con la Svizzera e il lago Ceresio, sembrerebbe confermare la possibile vocazione difensiva della struttura. Notizie documentate riguardo il castello si hanno solo a partire dal 1160, quando, durante le contese fra i Comuni lombardi e il Barbarossa, l'arcivescovo Uberto da Pirovano, al comando di un centinaio di cavalieri, attaccò i filo-imperiali del Seprio e il borgo di Varese, occupando Arcisate e Induno, dove s'insediò in un fortilizio nella località di Frascarolo. Con la vittoria dei Milanesi, il castello venne incluso tra i possedimenti della vicina Badia di Ganna; nella prima metà del XV secolo, quest'ultima venne eretta in commenda ed i suoi beni passarono attraverso diverse mani: a fine Quattrocento, Frascarolo apparteneva agli Sforza. Ancora, nel 1511, nel corso della guerra della "Lega Santa", la proprietà subì un incendio da parte delle truppe svizzere che saccheggiarono anche Induno e altre terre circostanti. Nel 1543 il castello fu acquistato dalla famiglia dei Medici di Marignano, che lo trasformò in raffinata dimora, presso cui furono celebrate le nozze di Gian Giacomo, detto il "Medeghino", condottiero al servizio dell'imperatore Carlo V. Strettamente legato alle vicende del Castello di Frascarolo fu anche un fratello del Medeghino - Giovan Angelo Medici - futuro papa Pio IV nonché zio di San Carlo Borromeo. In passato non sono mancate, tra l'altro, ipotesi secondo cui il pontefice sarebbe nato proprio in Valceresio ... Proprio la famiglia dei Medici di Marignano apportò significative modifiche al castello, che perse nei secoli la sua fisionomia difensiva, per trasformarsi in una residenza tipicamente Cinquecentesca.
COMPLESSO ARCHITETTONICO. Un lungo viale d'accesso dà inizio all'asse principale che, attraversato il portale d'ingresso e percorsa la terrazza superiore affacciata sul giardino all'italiana, a sinistra, termina in un altro portale a bugne, dal quale si passa per entrare nel giardino romantico. I corpi di fabbrica che si snodano a nord-ovest sono collegati fra loro con andamento a "S", racchiudendo in tal modo, con l'aggiunta di un altro corpo a sud, due cortili molto differenti tra loro. Il primo, che si incontra subito dopo l'ingresso principale, è sistemato a "giardino di casa" ed è circondato per due lati da portici affrescati, mentre il secondo, circondato anch'esso su tre lati da un porticato non affrescato, è ancor più elegante con la sua loggia a colonne trabeate. Il cortile-giardino di casa, che si trova ad una quota superiore rispetto alla grande terrazza, è caratterizzato da un grande disegno lineare e geometrico. L'originaria fisionomia difensiva del complesso architettonico si conserva oggi solo nell'imponente torrione posto sul lato ovest; le due torri minori, probabilmente frutto della trasformazione cinquecentesca, sono state completate nella parte superiore dall'architetto Luca Beltrami agli inizi del Novecento. Accanto al giardino, rigorosamente all'italiana, con aiuole profilate da bordure di bosso e piante tagliate in severe forme geometriche, il fascino di Frascarolo risiede nei cicli di affreschi che propongono il repertorio tipico della pittura decorativa di metà Cinquecento: mitologia, allegoria, richiamo continuo ai fasti della classicità, esaltazione delle glorie famigliari. Tradizionalmente ascritti ai fratelli Campi di Cremona, ma di recente attribuiti alla bottega Pozzi-Avogadro, gli affreschi dell'atrio d'ingresso e delle facciate propongono episodi che raccontano le fatiche di Ercole, le storie degli Amori degli Dei, la storia di Psiche. La volta del portico principale, affrescata probabilmente in occasione del matrimonio tra il condottiero Gian Giacomo e la nobile romana Marzia Orsini, presenta, oltre a fregi e grottesche, gli stemmi incrociati delle casate degli sposi ed, ai lati, le rappresentazioni di trofei. Intorno, divinità mitologiche come Venere, Marte, Cupido, Cerere, Bacco, Mercurio e Nettuno si alternano a tondi sostenuti da creature marine, satiri, maschere, delfini in cui sono rappresentati paesaggi naturali con simboli allegorici e cartigli recanti il motto "Non frangitur pondere virtus" (il peso non spezza la virtù). Allo stato attuale la grande terrazza superiore, sul fronte dell'edificio, è adornata da quattro statue in pietra, oltre che da tassi, pini domestici, un grande cipresso, un osmanto odoroso ed un vecchio esemplare isolato di bosso. I sottostanti ripiani, autentiche balconate sulle colline moreniche che circondano Varese, hanno aiuole a comparti simmetrici dove amplissimo è l'impiego di rose, bosso e piante di agrumi. La prima terrazza ospita anche un settore di aromatiche, mentre la seconda è abbellita, al centro, da una grande fontana circolare. Il castello è tuttora proprietà dei Medici di Marignano e non è visitabile».
Bibliografia e Sitografia
http://www.cmpiambello.it/index.php?option=com_content&view=article&id=146:castello-di-Frascarolo&catid=8&Itemid=75&lang=it
Articoli di approfondimento
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XII sec.
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