CENNI STORICI
«Saponaria appartenne agli Altavilla, (famiglia normanna d’origine francese) i quali fecero costruire il castello con la cinta muraria. Guglielmo, della contea di Montescaglioso, documentato nel 1097, ne fu il primo feudatario. Il feudo fu poi possesso degli Svevi, degli Angioni e dei Sanseverino, i quali nel XII secolo si stabilirono nel castello che ampliarono nel corso dei secoli XV e XVI. Nel febbraio del 1799 anche a Saponaria fu piantato l’albero della libertà in Piazza Sedile, l’attuale Piazza Caputi. Notevoli furono i danni provocati dai terremoti del 1807 e del 1857, per cui l’abitato venne quasi completamente distrutto: crollarono case, palazzi, torri, chiese e campanili, compreso il castello dei Sanseverino che fu per metà abbattuto. Nel 1860 il castello fu acquistato dalla famiglia Giliberti, ormai estinta quella dei Sanseverino di Saponara. Rimangono imponenti ruderi del ricco e importante edificio. La scuderia, cui si accedeva da un ampio spiazzo, chiamato Steccato (oggi Largo Umberto I) si trova in una situazione di degrado, ma conserva ancora in 36 nicchie dipinti di angeli e putti reggistemmi del XVIII secolo. All’interno della cinta muraria, ai piedi della chiesa ed intorno al castello, si estese il primo nucleo urbano, disposto su livelli diversi, con passaggi stradali coperti. ... Dal castello si diramava la cinta muraria del XI-XII secolo con sette porte. La porta di San Francesco è l’unica ancora integra perché ricostruita nel 1725. Viene chiamata la Porta Falla (la porta che fallì) perché di qui passarono le truppe del re di Napoli Ladislao Durazzo d’Angiò che espugnarono Saponara».
Bibliografia e Sitografia
Articoli di approfondimento
CITTÀ
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EPOCA
XI sec.
STATO DI CONSERVAZIONE
Rudere
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