CENNI STORICI
Il più antico documento che fa cenno del castello risale al 1222 anche se pare che la costruzione originaria risalga attorno al mille. L'edificio originariamente apparteneva alla comunità di Grumello del Monte che, essendo in grosse difficoltà economiche, fu costretta a cedere il possedimento al cardinale Guglielmo Longo, intorno al 1307. Nel 1380 il castello venne attaccato dai ghibellini che, dopo averlo sconfitto, incendiarono il paese e distrussero parzialmente la fortezza. Seguirono molte sanguinose battaglie tra guelfi e ghibellini che gettarono nel lutto e nel dolore l'intero paese. Nel 1442, dopo che il controllo del territorio passò alla Repubblica di Venezia, il castello divenne uno dei tanti possedimenti di Bartolomeo Colleoni, ma nemmeno così raggiunse la tranquillità: numerosi atti di violenza coinvolsero ancora la fortezza costringendo persino il cardinale Carlo Borromeo a far visita alla parrocchia di Grumello per richiamare la popolazione. Alla morte del Colleoni il castello divenne possedimento dei conti Suardi; nel 1953 la proprietà passò all'azienda agricola "Tenuta Castello di Grumello del Monte" che tutt'oggi ne cura i vigneti con i quali si produce, nelle cantine sottostanti il castello stesso, il pregiato vino "Valcalepio".
I rifacimenti portati al fabbricato nel corso dei secoli ne hanno cambiato le caratteristiche principali togliendogli il cupo aspetto esteriore e modificando la semplicità delle sue linee che gli davano le sembianze di austera dimora signorile. L'ingresso si apre in un tratto della cinta che, congiungendosi alla torre, delimita la piccola corte interna aggiunta dopo gli adattamenti rinascimentali. L'accesso alla torre avviene attraverso un portale ad arco a sesto ribassato aperto nel fabbricato addossato alla parete occidentale della torre stessa. La torre risulta massiccia e potente, edificata per resistere ad ogni forma di attacco e per assicurare un valido rifugio ai difensori. La tessitura muraria è caratterizzata da grossi conci accuratamente squadrati e grossolanamente bugnati in corrispondenza dei cantonali che terminano con uno spigolo particolarmente lavorato. Sul lato nord vi è solo la sporgente canna fumaria che interrompe la continuità della parete; sul lato est si aprono tre finestrelle, due ad arco a sesto ribassato e rettangolare protette da robuste inferiate, la monofora posta più in alto, ad arco antico. Sul lato rivolto a sud vi è una monofora identica a quella del lato appena descritto. Sul quarto lato è presente una feritoia usata dagli addetti alla manovra e alla difesa della saracinesca. Addossato a questo locale vi è un edificio che appare sincrono con il resto della fortezza. Sulla parte occidentale di esso furono ricavate grandi aperture utilizzate come scuderia. Il mastio era quindi un locale angusto e umido in cui la vita quotidiana era caratterizzata da un assoluta promiscuità per la continua presenza di soldati e servi. Il "signore" era poi costretto a mangiare e dormire con i suoi, soffocato dalle troppe persone ammassate in cosi poco spazio. Attorno al mastio vennero allora costruiti alcuni locali destinati esclusivamente al castellano e ai sui famigliari, che avevano il dovere di difendere l'intero castello.
Superata la soglia del castello si entra in uno spazioso androne che immette al primo piano di quello che fu l'antico mastio. Nella costruzione militare vi erano delle caditoie usate per dar modo ai difensori di colpire chi si accingesse ad abbattere o a scardinare la saracinesca. Il primo piano della torre, interamente occupato da una volta a crociera, è identificabile probabilmente nella sede del corpo di guardia sulla cui parete nord vi è un caminetto in cotto, riportato alla luce durante i lavori di restauro. Il punto più alto è rappresentato dal culmine del torrione che era utilizzato come posto di vedetta e di avvistamento. Sul pavimento del primo piano si nota una piccola apertura rettangolare, protetta da una grata metallica, che guarda nel locale sottostante, usato oggi come dispensa. Il locale sotterraneo, che costituisce la base della torre, in passato era usato come prigione.
Bibliografia e Sitografia
Articoli di approfondimento
CITTÀ
PROVINCIA
REGIONE
EPOCA
XIII sec.
STATO DI CONSERVAZIONE
Restaurato
AUTORE DELLE AGGIUNTE / CORREZIONI
SITO UFFICIALE
IMMAGINI