GROTTAGLIE (castello Episcopio)

CENNI STORICI
Cenni storici (dal sito della Provincia di Taranto: Grottaglie): «Come sempre, anche per il castello episcopale di Grottaglie non è possibile, a monte di concrete indagini, saggi, stonacature, ecc., individuare con certezza la stratificazione storica delle fabbriche costituenti l'attuale configurazione del castello. Né, del resto, le descrizioni e le datazioni degli storici locali possono essere accettate anche per gli evidenti contrasti ed imprecisioni che, nel caso specifico, esse mostrano di avere. Si può, comunque, fare una serie di ipotesi da un lato tenendo conto delle notizie, così come pervenuteci, e d'altro lato basandosi sugli elementi riscontrabili al momento e sulle risultanze dei rilievi di recente eseguiti in modo sistematico. Secondo uno storico locale (Pignatelli, 1833), Grottaglie fu fortificata verso la fine del 1200; secondo un documento citato dal Blandamura (che peraltro attribuisce al 1400 le fortificazioni di Grottaglie), "la terra delle grotte... fu prima casale aperto e nell'anno 1388 fu ammurata per l'arcivescovo Jacopo a sue proprie spese"; secondo un altro documento però si sa che nel 1406 il castello di Grottaglie doveva già essere stato costruito poiché risulta occupato da Ottimo Malacarne de Cayra di Pavia. Un documento curiale (citato dal Blandamura) riporta che in data 5 marzo 1483 il cardinale arcivescovo Giovanni d'Aragona onde procedere a riparazioni delle fortificazioni di Grottaglie vietò che una certa quantità di calce fosse trasportata a Taranto per analoghi lavori. Il 14 febbraio 1580 mons. Lelio Brancacci consacrò la Chiesa dell'Annunziata di Grottaglie (insigne Collegiata), ed è pertanto abbastanza probabile che a tale data il castello avesse già assunto una sua compiuta fisionomia anche se fino ai lavori eseguiti nel 1649 da mons. Tommaso Caracciolo, veniva ritenuto "angusta rimosa informis domus episcopalis". Attualmente il castello si presenta murato su tre lati con il fabbricato principale che ne costituisce il quarto lato, quello di sud-ovest, ed una grossa torre maestra posta all'interno tra due cortili. Alla estremità sud-est, all'attacco tra il fabbricato e la cinta, esiste una torre di cortina che si affaccia sul "quartiere delle ceramiche". Il fabbricato principale, nel quale aveva sede l'episcopio, si sviluppa su due piani con un parziale terzo livello nell'ala di sud-est; la torre interna invece presenta quattro piani oltre il lastrico tutti indipendenti tra loro e collegati con l'esterno mediante un sistema di scale esterne attualmente diruto. Dallo studio dei rilievi risulta abbastanza probabile che una prima cinta fortificata, identificabile con quella che chiude il cortile orientale con (forse) una seconda torre di cortina - poi andata distrutta - esistesse già nel 1833: alcune tracce di una porta goticheggiante nel muro che divide i due cortili potrebbero attestare ciò. La esistenza di tale porta potrebbe anche giustificare la localizzazione della torre maestra e tutto il sistema degli accessi ai livelli superiori della stessa: sistema che doveva servire anche per la coeva parte di primo piano del fabbricato principale, corrispondente alla zona della sala episcopale. Una prima configurazione conclusa del castello, pertanto, doveva essere costituita dalla citata cinta, dalla torre maestra interna, dalle sale di primo piano destinate a dimora dell'arcivescovo, e da due torri di cortina rispettivamente a sud-est e sud-ovest; questo, probabilmente, era il castello all'inizio del 1400. Nella seconda metà del secolo (forse il 1483 dei documenti) il primitivo impianto venne ampliato comprendendovi il cortile occidentale ed una ulteriore torre di cortina posta a difesa della porta per l'abitato, attualmente trasformata in fornice aperto. Anche questa è poi andata distrutta, ma vi sono elementi abbastanza attendibili per dare concretezza a tale ipotesi. L'ulteriore stratificazione è databile al 1649 con i lavori fatti eseguire dal mons. Tommaso Caracciolo: lavori che aumentarono la ricettività del castello ma che non dovrebbero averne alterato in modo sostanziale gli apparati difensivi, avendo egli aggiunto dei corpi all'interno del fabbricato principale realizzando la loggia ed i disimpegni per le sale esistenti. Nel nostro secolo vanno poi collocati i lavori che hanno dato al castello l'attuale configurazione: in particolare il riempimento del cortile occidentale con la conseguente costruzione della intercapedine per mantenere illuminati i locali interni del già piano terra, la costruzione di corpi aggiunti al piano terra e primo piano ove hanno trovato posto gli impianti igienico-sanitari connessi all'attuale destinazione del castello (che è quella di convitto) ed, in genere, i lavori di riattamento delle sale interne. Di proprietà dell'arcivescovo di Taranto, in questi ultimi tempi si va concretizzando per il castello di Grottaglie un programma di interventi teso a ricuperare tutto il complesso monumentale al circuito culturale della città: da un lato è già in corso l'intervento restaurativo da parte della Soprintendenza ai Monumenti di Puglia, finanziato dalla Cassa del Mezzogiorno e diretto dal prof. Giovanni Fuzio; d'altro lato la sua destinazione a centro culturale e di sperimentazione connesso con tutta la vasta problematica che il contiguo "quartiere delle ceramiche" pone in essere, appare ormai certa». Dal sito Grottaglie città della ceramica: «Simbolo imperituro della potestà feudale dei vescovi tarantini, sorge a monte del centro antico, cerniera di mediazione tra la città storica e la città nuova. Esso copre un'estensione di 6150 metri quadri circa ed ha un'altezza massima, nella torre maestra di oltre 28 metri. Il primo impianto doveva essenzialmente essere una masseria-fortezza, tipica della Puglia nel XIII secolo. L'arcivescovo Giacomo d'Atri, che fece anche innalzare la chiesa madre, lo fortificò (1354-81) e cinse di mura l'abitato. Di questi anni sicuramente è la torre maestra del castello che ancora domina nel cortile dell'attuale castello. Nel XVII fu ampliato e reso degna dimora principesca dal cardinale Bonifacio Caetani. Altri interventi e modifiche si susseguirono fino ai primi anni del XX secolo: di questo periodo è la recinzione del giardino che sorge dietro la parte del castello dovuta al Caetani e la ripartizione delle stanze in più piccoli ambienti. Grazie al restauro dei primi anni '80 e ad altri interventi più recenti di risistemazione ora l'antico maniero è un luogo ancora vivo, che ospita numerose manifestazioni artistiche e culturali».
Bibliografia e Sitografia
https://consent.yahoo.com/v2/collectConsent?sessionId=3_cc-session_1be2d2fb-37dd-47d1-8d85-3ab666038427 http://www.provincia.ta.it/cartadeivini/comuni/grottaglie.htm
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