CENNI STORICI
«La via per Groppina e la sua torre la trovi partendo da Zanego o risalendo da Tellaro. Una deviazione a mezza costa, dalla “strada dei monti”, passato il “Piastron”, toponimo che non necessita di alcuna spiegazione verbale. Lato mare, nel regno del pino di aleppo che tra le rocce di quella costa selvaggia, condivide il nutrimento con geometrie di macchia mediterranea. Scendendo per il viottolo non certo agevole per i suoi strapiombi e gli ultimi smottamenti, sulla tua destra, sopra la via, la vecchia torre di guardia ti sovrasta. Erano anni che non scendevo verso Groppina. Oggi più selvaggia che mai. Roccia, lentisco, terebinto uniti da un’impenetrabile maglia di salsapariglia, dove, soltanto poco tempo fa, si produceva, se pur in quantità ridotta , uno dei più famosi vini del Caprione. La torre, a cui è difficile dare una collocazione temporale, probabilmente è posteriore al borgo di Barbazzano e deve la sua costruzione al nascente Tellaro verso la fine del 1300. Lo storico lucchese G. Sercambi, nelle sue Croniche, tra i castelli sui quali Genova vantava il possesso, ricorda quelli di Tellaro e di Barbazano. È altrettanto noto che Tellaro nasce all’ombra di Barbazzano e ne è il suo diretto erede. Groppina ne sarebbe stato un avamposto. L’ipotesi è confermata anche dal Gonetta quando nel suo saggio Istorico descrittivo della Diocesi di Luni-Sarzana, dice: “castello di San Terenzo costruito intorno al 1400 per tutela contro le invasioni corsare, per cui principalmente Spezia alquanto prima erasi cinta di mura e Barbazzano erasi fornito di piccolo forte a presidio dell’allora nascente Tellaro". La costruzione è in pietra a vista, legata con malta. A base quadrata, con il lato a mare merlato e rotondeggiante, è soffocata dalla prepotente vegetazione che la ricopre. Da anni se ne è persa la copertura e ora per l’inclemenza del tempo e l’incuria dell’uomo sta irreparabilmente diroccando, trascinando nella sua rovina tutti gli interrogativi a cui non abbiamo ancora risposto. ...».
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