CENNI STORICI
Nel 1395 «il duca Gian Galeazzo Visconti, Signore di Milano e di altre città del nord, autorizzava la sorella Beatrice sposata al nobile piacentino Giovanni Anguissola a costruire un castello nella loro proprietà di Grazzano. Il complesso castrense fu impostato su schema quadrato con quattro torri agli angoli delle quali: due a base circolare e due a base quadrata. All'interno del corpo di fabbrica una corte a base quadrata circondata da porticati. Sopra ai porticati i corpi di collegamento si affacciano sulla corte interna con delle finestrature o con dei ballatoi aperti. A base quadrata, circondata da un ampio fossato, i torrioni merlati agli angoli, questa rocca, baluardo di difesa dei Ghibellini nelle lotte per il dominio di Piacenza, è vera, autentica; ha tutte le carte in regola con storia: cruenti scontri, impiccagione di prigionieri e congiurati, episodi gloriosi. Un ampio fossato circonda il castello. Lo schema di costruzione è classico del periodo in cui è stato realizzato e testimonia l'influenza Viscontea nella zona. Diversi sono i richiami al castello Visconti di Pavia. Tra una successione e un fatto d'arme furono apportati al maniero numerosi rifacimenti: nel 1698 si sostituì il preesistente ponte levatoio in legno con una struttura "in quadrelli" (autorizzazione firmata dal notaio pubblico e cancelliere di Piacenza Alessio Dosini a favore del marchese Felice Anguissola). Alla fine del 1800 attorno al maniero, sparuti contadini popolavano catapecchie e vecchie stalle. Molte parti del Castello erano andate in rovina: logge e camminamenti erano pericolanti, le mura sgretolate, la stabilità del fortilizio compromessa. Alla morte di Filippo Anguissola avvenuta nel 1870, si estingue senza eredi il ramo della Casata Anguissola di Vigolzone. I beni passarono alla madre Francesca (Fanny) Visconti, vedova di Gaetano Ranuzio Anguissola, che a sua volta, nel 1883, lasciò i possedimenti al nipote Guido Visconti di Modrone. È il figlio di Guido, Giuseppe Visconti di Modrone ( 1879-1941) a pensare di esaltare i legami tra blasone di famiglia e possedimenti piacentini concependo un progetto volto a sostituire le poche modeste costruzioni esistenti attorno al castello e alla chiesa parrocchiale di Grazzano con un complesso edilizio in stile quattrocentesco. Il duca Giuseppe, “uomo coltissimo di gusti raffinati e di idee ben chiare”, nei primi anni del ‘900, coinvolge nel progetto l’architetto Alfredo Campanini (di origini emiliane ma milanese d’adozione) il quale, in perfetta coerenza con le idee del Visconti realizzò notevoli opere di ripristino e trasformazione del castello: oltre al consolidamento statico-strutturale della fabbrica, vengono apportate variazioni alla distribuzione interna degli spazi destinati alla residenza, alla volumetria dell' edificio, ma soprattutto all' apparato decorativo. Tutta la fabbrica, comprese le torri, viene sopraelevata, gli spalti sono coronati dalla merlatura ghibellina (a coda di rondine) e la torre d'angolo a nord-est, originariamente cilindrica, diviene quadrangolare per adeguarsi a quella di nord-ovest. La ridefinizione coinvolge anche gli arredi dove la raffinata cultura del conte trova la sua massima espressione».
Bibliografia e Sitografia
http://www.castellodigrazzanovisconti.it/ita/storia.html#ad-image-0
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XIV sec.
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