GINESTRA DEGLI SCHIAVONI (borgo, palazzo baronale)

CENNI STORICI

«È il più piccolo comune della provincia di Benevento ed il suo centro storico ha una forma che, pur se non facilmente classificabile, sembra piuttosto essere inizialmente appartenuta alla tipologia dei villaggi aperti. In origine era denominato semplicemente Ginestra. Così lo riporta il Catalogo dei Baroni e in tal modo viene registrato in epoca angioina. Doveva trattarsi di un casale di ridotte dimensioni privo di difese fisse le cui tracce si possono, forse, riconoscere nell'insieme limitato di abitazioni situato ai margini del vecchio quartiere a delta, così come rappresentato nella mappa catastale degli anni quaranta. L'insediamento abitativo non viene mai definito castrum o castello nelle fonti medievali. Il poleonimo, derivato dal vicino torrente, si arricchisce del riferimento al gruppo etnico proveniente dall'Albania tra la fine del XV e gli inizi del XVI secolo. Meomartini sostiene, infatti, che il luogo fu popolato da gente proveniente dalla Schiavonia condotta nel Regno di Napoli da Andrea di Ungheria. In un privilegio del 1528 il viceré Ugo Moncada dichiara che quaranta famiglie di schiavoni abitavano in Pulcarino e in Ginestra. Fu, probabilmente, proprio in questa fase che il centro abitato dovette essere dotato di un quartiere pianificato, di un palazzo fortificato, della chiesa di S. Maria e di una cinta muraria, cui, del resto, fa riferimento il toponimo "Porta Nuova". Risulta, comunque, che tra il 1496 ed il 535 il numero di abitanti quasi raddoppiò raggiungendo circa 350 unità. Il tessuto edilizio realizzato per l'insediamento della comunità straniera ebbe l'inconsueta forma di un quarto di cerchio con strade trasversali curve, tra loro parallele e tendenzialmente concentriche e con percorsi longitudinali ugualmente curvi ma virtualmente convergenti verso un unico punto. Gli isolati mostrano di avere somiglianza con quelli coevi di Buonalbergo e di Castelvetere. Si tratta, dunque, di una struttura urbanistica dalle matrici geometriche piuttosto sofisticate che fa ipotizzare l'opera di ingegneri militari. Questo impianto si è parzialmente conservato fino agli anni sessanta del XX secolo. Da quel momento in poi e per tutti gli anni ottanta si è avuta la completa alterazione dei manufatti e dell'intero sistema edilizio di tradizione con una grave perdita del carattere identitario di Ginestra. A testimoniare l'antecedente valore architettonico sono restati solo la chiesa parrocchiale con il campanile, dovuti da una ristrutturazione effettuata nella seconda metà del XVIII secolo, e il volume del palazzo baronale».

Bibliografia e Sitografia

http://www.agrituristbenevento.it/site/comuniPage.asp?id=38

Articoli di approfondimento

PROVINCIA

REGIONE

EPOCA

XII sec.

STATO DI CONSERVAZIONE

Buono

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