CENNI STORICI
«Frosinone fu più volte distrutta durante le invasioni barbariche, e rimase sempre dipendente dalla Roma papale; la sua funzione era principalmente agricola e militare: la rocca respinse, tra l'altro, i tentativi di espansione dei Conti de Ceccano. Nel Duecento saranno gli anagnini a tentare di imporre il loro dominio, ma Frosinone aveva dalla propria l'appoggio papale, che rese inoffensivi i nobili di Anagni. Dal XIII secolo fu saltuariamente sede del rettore di Campagna e Marittima, assieme ad altre città della provincia pontificia come Ferentino, Anagni e Priverno. Agli inizi del XIV secolo la città strinse un'alleanza con la vicina e potente Alatri, impegnandosi ad intervenire con propri rappresentanti al "parlamento" alatrense e a partecipare alle spedizioni belliche dell'alleato, mantenendo le proprie insegne. La città dovette subire un disastroso terremoto nel 1350. Nel Cinquecento fu devastata dai Lanzichenecchi, che vi portarono la peste, immediatamente seguiti da truppe francesi e fiorentine, contestualmente al Sacco di Roma. La rocca, distrutta, venne ricostruita; per alcuni il portale principale sarebbe stato disegnato da Michelangelo. Nuove distruzioni si ebbero con l'occupazione da parte degli spagnoli in guerra contro Paolo IV nel 1556: la sua rocca era strategicamente rilevante per il controllo di tutta la valle del Sacco e per la difesa di Roma. A seguito del trattato di Cave (1557) la residenza dei governatori pontifici della provincia di Campagna e Marittima fu fissata definitivamente a Frosinone. ... Palazzo del Governo. Collocato nel luogo dell'antica rocca di Frusino, il palazzo attualmente sede della prefettura di Frosinone venne edificato a partire dal 1825 come sede della Delegazione apostolica di Frosinone su progetto dell'architetto Mazzarini e i lavori, eseguiti dall'architetto Antonio Sarti, terminarono nel 1840. Della rocca mantenne il portale, il cui disegno era attribuito dalla tradizione orale al Michelangelo. L'edificio rimase danneggiato dal terremoto del 1915, da un incendio nel 1927 e soprattutto dai bombardamenti della seconda guerra mondiale. Nel dopoguerra acquisì l'aspetto attuale, mantenendo essenzialmente la struttura complessiva, con quattro piani e una loggia centrale all'altezza del piano nobile sostenuta da sei colonne doriche, ma privato della torretta dell'orologio che lo coronava. Al suo interno sono presenti arredi di notevole valore provenienti dalla reggia di Caserta».
Bibliografia e Sitografia
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