Frigento (borgo)

CENNI STORICI

«Il borgo viene menzionato per la prima volta con il suo attuale toponimo in un documento dell’851. Con la caduta dell’Impero Romano, Frigento diviene un dominio longobardo, incluso nei territori costituenti il Ducato di Benevento. Nel 926 la cittadina fu devastata dai Saraceni, ma dopo sessant’anni, quando l’opera di ricostruzione era a buon punto, un violento terremoto, che coinvolse anche la città di Avellino, la distrusse completamente. La grande forza di volontà del popolo frigentino permise alla città di rinascere nuovamente più bella che mai, su quei pochi ruderi rimasti e mantenendo il sito originario. Non fu un caso che i Longobardi decisero di insediarsi sull’altura di Frigento, a metà strada tra Benevento e Conza. Era un’ottima posizione militare, poiché dai tre colli oltre a poter godere di un meraviglioso panorama, di un’aria salubre e di un clima particolarmente mite, si riuscì a dominare e tenere sotto controllo tutta la campagna circostante. Se si considera che al tempo dei Longobardi non esistevano linee di confine ben definite, si può asserire con certezza che Frigento per la sua posizione strategica giocò un ruolo fondamentale, quando Ludovico II operò la divisione del Ducato di Benevento in due principati: quello di Salerno, cui era collegato il Gastaldato di Conza, e quello di Benevento. Un altro esempio dell’incostante fortuna di questa città ci è dato dal movimento tellurico del 988 che coinvolse e devastò le cittadine di Frigento e di Ariano. ... La posizione dominante e facilmente difendibile di Frigento rientrava nella politica del sistema strategico dei Normanni, che come è riportato nel Chronicon Volturnese, cominciarono a fortificare gli agglomerati di case, cercando di arroccarli quasi sempre sulle cime più impervie. Nel 1078 il borgo fu infeudato ai signori di Gesualdo, nella persona del principe Guglielmo I, il cui successore fu, nel 1152, il figlio Elia. A seguito di un atto d’insubordinazione di Roberto Gesualdo, il re Manfredi confiscò il feudo per concederlo al più fedele conte di Maletta. Con l’ascensione al trono di Carlo I d’Angiò, la famiglia dei Gesualdo ritornò ad essere più potente che mai. In quegli anni Elia II era il signore di Frigento e morì senza lasciare prole. Nel periodo delle guerre tra Aragonesi ed Angioini, dopo una breve pausa, durante la quale Giacomo De Capua, marito di Roberta Gesualdo, ebbe il possesso del borgo, Frigento tornò nel 1312 agli antichi signori che lo mantennero per altri centosedici anni (1428). Nel secolo XIV Troiano Filangieri fu il nuovo possessore, ma nel 1456 Ferrante d’Aragona lo privò del feudo. Nel 1496, durante le guerre tra Aragonesi ed Angioini, Frigento dovette essere sottoposta ad un grande incendio, opera delle truppe spagnole capitanate da Consalvo di Cordova, che la lasciò sin dalle fondamenta quasi interamente incenerita e rovinata. Dopo essere stato proprietà del demanio fino al 1517, Ferdinando II il Cattolico lo concesse a Fabrizio Gesualdo. Verso la metà del XV secolo Frigento inizia a perdere molto del suo antico splendore, cominciando così uno stato di abbandono generale culminato nella perdita di autonomia della diocesi frigentina, che nel 1466, dietro provvedimento del pontefice Paolo II viene unita a quella di Avellino, nella figura del vescovo frigentino Giovan Battista Ventura. ... Nel novembre del 1980 il violento terremoto ha danneggiato non solo le abitazioni, ma anche la maggior parte degli edifici storici del paese,quali chiese, palazzi e lo stesso edificio del Municipio, ridotto per metà in macerie».

«II Centro Storico, restaurato in seguito al sisma del 1980 e dalla struttura medievale, è senza dubbio di uno degli angoli più belli dell'Irpinia, un vero gioiello architettonico che attrae lo sguardo per il bianco della pietra vesuviana utilizzata sia per i piccoli edifici che per le strade, anche se integrato da cubetti di porfido, il cui utilizzo è recente (post-terremoto), ma estraneo alla tradizione architettonica del luogo. Passeggiando per le stradine ed i vicoli del centro storico, sembra di rivivere l'atmosfera dei tempi andati, ammirando i bei palazzi signorili (alcuni dotati di giardini pensili), i portali artistici, i balconi e le finestre in ferro battuto, opera di abili artigiani locali».

Bibliografia e Sitografia

http://www.irpiniaturismo.it/comuni/scheda.php?id_comune=35 - http://www.irpinia.info/sito/towns/frigento/historicalcentre.htm

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XIII sec.

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