CENNI STORICI
«Situata alla sommità del colle di Sant'Aldebrando, entro il recinto della "cittadella" che domina l'abitato, la Rocca di Fossombrone costituiva uno dei capisaldi del sistema fortificatorio del Ducato di Urbino, a controllo della media valle del Metauro e della via Flaminia. L'impianto planimetrico - costituito da un recinto quadrilatero con torrioni angolari - si deve ai Malatesta, che nella seconda metà del XIV secolo ampliarono e trasformarono un precedente fortilizio duecentesco. A partire dal 1444, quando il feudo fu acquistato da Federico da Montefeltro, la rocca assunse l'assetto definitivo, adeguandosi alle esigenze militari e alle nuove tecniche difensive conseguenti all'uso delle armi da fuoco. I primi interventi federiciani portarono alla trasformazione del torrione sud-occidentale in baluardetto con alto saliente (1447) e alla costruzione di nuove mura perimetrali di scarpa. è negli anni successivi, tuttavia, che la rocca fu oggetto delle modifiche più radicali, con l'aggiunta a sud del corpo avanzato del mastio, ovvero di un possente rivellino dal profilo carenato al centro del lato meridionale (1470 circa). Per la conformazione di questo elemento, che corrisponde al caput degli schemi antropomorfici delineati da Francesco di Giorgio Martini, sembra oggi plausibile l'ipotesi di un diretto intervento del celebre architetto senese. In tal senso, se il primo intervento - quello relativo alla trasformazione del torrione medievale in baluardetto - rappresenta una delle prime risposte alle esigenze conseguenti alla comparsa della bombarda, il caput rivolto verso la città costituisce indubbiamente uno dei rari esempi applicati di rivellino teorizzati dal Martini. Smantellata nel 1502 in seguito alla guerra contro il Valentino, la rocca - un complesso costituito nel suo insieme da due torri poligonali collegate da un'alta muraglia sul fronte nord, dal baluardetto a sud-ovest, dai resti di una quarta torre poligonale a sud-est e dal caput carenato a sud - cadde in rovina, e tra le sue mura venne successivamente eretta la chiesetta di Sant'Aldebrando. Scavi recenti, effettuati a partire dal 1968, hanno riportato alla luce i muri di scarpa del lato occidentale, la base del torrione crollato ad est, e la parte sepolta del caput carenato, con le sue feritoie per il tiro radente, le sue sale voltate, i servizi ed i cunicoli di collegamento. Oggi le condizioni generali della rocca sono abbastanza precarie. Del resto la sua distruzione e le mutilazioni successive hanno via via alterato la sua fisionomia».
Bibliografia e Sitografia
Articoli di approfondimento
CITTÀ
PROVINCIA
REGIONE
EPOCA
XIV sec.
STATO DI CONSERVAZIONE
Rudere
AUTORE DELLE AGGIUNTE / CORREZIONI
SITO UFFICIALE
IMMAGINI