Forlì (mura, porte)

CENNI STORICI

La cerchia muraria urbana di Forlì è stata quasi interamente demolita all'inizio del XX sec. ma, nonostante ne restino poche tracce in alzato, la sua forma complessiva è ricostruibile attraverso l'andamento dei viali che attualmente costituiscono la circonvallazione interna alla città (v.le G. Matteotti, via V. Veneto, v.le Italia, via del Portonaccio, v.le L. Salinatore, via F. Corridoni): la cinta muraria, di circa 5 km di perimetro, aveva forma irregolare, vagamente esagonale. Vi si aprivano quattro porte: porta Schiavonia a ovest, porta Ravaldino a sud, porta Cotogni a est e porta San Pietro a nord. Le mura erano inoltre rinforzate con quarantasei torri-guardiole a base rettangolare o circolare, mentre non risultano bastioni pentagonali caratteristici delle ristrutturazioni cinquecentesche. Oltre alla Rocca di Ravaldino con la cittadella, ad un rivellino, al rudere dell'edificio noto come Paradiso e a porta Schiavonia, oggi ne restano solo pochi tratti. Alcuni di questi sono stati individuati con scavi condotti dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Emilia Romagna: lungo via del Portonaccio (tratto di mura con guardiola quadrata), in via Forlanini (rudere della torre del Pelacano), in viale Salinatore (torre dei Quadri sulla riva del Montone), in via Porta Cotogni (tratto di mura molto rifatte per la costruzione dello Sferisterio, ora distrutto). Nei tratti individuati, alcuni dei quali posti a 30-40 cm sotto il piano stradale attuale, il paramento esterno è in genere a scarpa (ma non è documentato ovunque) nella parte inferiore; il nucleo è costituito da conglomerato. Il paramento è realizzato in laterizi, di uno spessore variabile tra i 60 e i 97 cm (con un picco di 1,80 m). Sopra il tratto a scarpata, le mura si alzavano verticali ed erano probabilmente coronate da merli a coda di rondine, come testimoniano fonti iconografiche coeve. All'interno delle mura correva un terrapieno, all'esterno un fossato. La città antica, che si era sviluppata tra i corsi dei fiumi Montone e Rabbi, cominciò a espandersi nel XIII secolo, ma un assetto più ordinato le venne dato solo a partire dal XV secolo, quando Antonio Ordelaffi, intorno al 1438, iniziò la costruzione della cinta muraria che fu terminata da Caterina Sforza verso il 1499. La cerchia fu realizzata in più fasi, dando priorità ai punti strategici e alle zone più deboli. Fino alla prima metà del XV sec. dovevano essere ancora in uso le vecchie fortificazioni menzionate dagli Statuti del 1359, costituite da un fossato e da muros vel steccata vel fossata; inoltre, ancora nel 1472 metà della cinta muraria mancava, come testimoniano gli Annales Forolivienses, motivo per il quale Pino III Ordelaffi fece costruire la Rocca di Ravaldino. Il fossato addossato alle mura fu fatto scavare alla fine del Quattrocento da Caterina Sforza la quale, sotto la minaccia incombente di Cesare Borgia, fece ultimare la cinta muraria. Alcuni tratti furono rifatti nel corso del XVIII e XIX sec., sempre sulle basi antiche, poiché danneggiati, ma all'inizio del XX secolo, come in molte città italiane, esse furono abbattute in diversi punti per consentire una più libera circolazione stradale.

Bibliografia e Sitografia

http://www.emiliaromagna.beniculturali.it/index.php?it/108/ricerca-itinerari/16/55

Articoli di approfondimento

CITTÀ

REGIONE

EPOCA

XIII sec.

STATO DI CONSERVAZIONE

Discreto

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