CENNI STORICI
«La casa fortificata, nota come Torre di Belenda è posta sulla pendice occidentale della Valle di Pia. Rappresenta un interessante esempio di edilizia medievale. L'analisi stratigrafica delle murature ha dimostrato la presenza di una fase antecedente alla costruzione della "torre". Secondo una leggenda popolare vi fu rinchiusa, da Alfonso II del Carretto, una fanciulla, tale Belenda che vi morì dando il nome alla torre. Si tratta di un edificio a pianta rettangolare che si sviluppa in verticale con aperture distribuite su vari livelli. L'interno presenta tre livelli di cui il primo è un vano voltato a botte e pavimento in terra battuta. Lo studio dell'edificio ha messo in luce diverse fasi di occupazione a partire da una costruzione ad uso residenziale privato già in uso alla fine del XII secolo. Alle fine del XIV secolo viene costruita la casa forte che si distingue per una tecnica muraria particolarmente curata. Ulteriori trasformazioni e l'aggiunta di edifici addossati alla casa forte rappresentano l'evoluzione delle strutture per un uso rurale probabilmente legato alla produzione di olio. Alla fine del XVII secolo si assiste ad un ripristino strutturale e statico delle murature: l'edificio rimane isolato rispetto allo sfruttamento rurale e a partire dal XIX secolo viene percepito come torre fomentando leggende popolari».
«La Torre Giannuzzi venne costruita nel XIII/XIV secolo sull'altura di San Bernardino di Finale Ligure, presumibilmente per ospitare truppe carrettesche che avrebbero dovuto costituire un avamposto di guardia e di avvistamento ad integrazione delle difese della dimora signorile, il maestoso Castel Gavone edificato sin dalla fine del XII secolo sull'altura del Becchignolo, immediatamente al di sopra di Finalborgo, capitale del Marchesato del Carretto per quasi mezzo millennio. ... La Torre Giannuzzi viene oggi denominata Torre Belenda a ricordo della triste vicenda di cui fu testimone nella seconda metà del XVI secolo. La torre è facilmente raggiungibile da San Bernardino. L'edificio sorge in mezzo ad ulivi secolari (purtroppo in stato di abbandono) che lo nascondono alla vista delle rare persone che transitano per la zona. Un edificio del Trecento sembra purtroppo destinato ad una veloce estinzione: il tetto è completamente crollato come pure il pavimento del piano superiore. L'edificio si estende su tre piani (di cui uno sembrerebbe destinato a cantina: i famosi sotterranei?): al piano terreno spicca un camino (quasi distrutto dal tempo e dai crolli) mentre sul muro del piano superiore si fa notare una cavità rettangolare che contiene una sorta di sedile in corrispondenza ad una sporgenza esterna (vedere la galleria di fotografie) che fa pensare ad un w.c. dell'epoca che "scaricava" direttamente sul prato sottostante..... L'interno, aggredito dall'edera che gli conferisce tuttavia un tocco suggestivo, è invaso da calcinacci, travi di legno e rifiuti di poco educati visitatori, che coprono completamente il bel pavimento a mattoni rossi. Portoncino d'ingresso, bifore e finestre ad arco tondo sono inseriti in una struttura rettangolare: su uno dei lati lunghi si intravvede ancora una traccia triangolare dei sostegni di una tettoia (forse di un porticato o di un loggiato del quale ora non si scorge più traccia). La torre meriterebbe un ben diverso trattamento da parte delle strutture pubbliche del finalese e delle Belle Arti, che invece colpevolmente la ignorano».
Bibliografia e Sitografia
Articoli di approfondimento
CITTÀ
PROVINCIA
REGIONE
EPOCA
XIII sec.
STATO DI CONSERVAZIONE
Rudere
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IMMAGINI