CENNI STORICI
«I primi documenti che parlano del castello di Fiano Romano risalgono ad una bolla papale redatta da papa Gregorio VII nella seconda metà dell’XI secolo in cui si cita un Castrum Fiani nella zona della Valteverina. Da tale documento risulta che il castello di Fiano Romano, come anche quello di Civitella San Paolo, apparteneva ai Monaci benedettini dell’Abbazia di San Paolo a Roma, anche se sono scarse sono le testimonianze architettoniche sulle originarie strutture castellari relative a quel periodo. Il castello, come documentato da una bolla papale del pontefice Alessandro III (1159-1181), rimase di proprietà dei Monaci anche nel secolo successivo. Alla fine del Trecento una parte del Castrum passa alla famiglia Orsini che nel 1404 per una somma irrisoria diviene proprietaria dell’intero castello e del paese. Nel 1490, come attestato da iscrizioni lapidee poste all’interno del castello, Nicolò III Orsini, conte di Pitigliano, provvedette alla quasi completa ricostruzione del castello. Nel 1600 Alessandro Orsini vendette il fortilizio a Caterina de Nobili, madre del cardinale Francesco Forza che divenne, grazie a papa Paolo V Borghese, duca di Fiano. Il Ducato di Fiano passò successivamente alla famiglia Ludovisi che lo tenne fino al 1690 per passare nelle mani di Marco Ottoboni, importante ed influente uomo d’armi e comandante delle galere pontificie e il castello rimase tra le proprietà di questa illustre famiglia fino al 1897, quando venne venduto a Carlo Menotti. In tempi recenti il castello ha ospitato una scuola materna. Il castello, nella sua forma attuale, si deve principalmente ai lavori ordinati da Nicolò III Orsini.
A pianta quadrangolare il castello sorge ai limiti del borgo abitato ed era originariamente circondato da un fossato e vi si aveva accesso per mezzo di un ponte levatoio, entrambi poi scomparsi alla fine del Seicento. Le possenti mura presentano merlature guelfe su beccatelli. All’angolo orientale sorge un torrione quadrato mentre su un altro lato si eleva l’alto maschio cilindrico anch’esso merlato. La facciata verso il paese invece si presenta, grazie ai lavori voluti da Marco Ottoboni nella seconda metà del XVIII secolo. L’interno presenta un ampio cortile porticato su un lato con sale al piano terreno, la porta che conduceva alle antiche prigioni sotterranee e con una rampa che conduce al piano superiore. Una lapide in marmo ricorda la visita al castello di papa Alessandro VI Borgia nel 1493. Il piano nobile venne molto rimaneggiato negli ultimi secoli nelle decorazioni parietali, mantenendo pressoché invariata la forma architettonica delle sale. Originali del Quattrocento sono infatti le decorazioni delle porte che conservano i fregi in travertino con le iscrizioni risalenti a Nicolò III Orsini del 1490. Degne di nota sono le sale dette della Vergine, delle Guardie oggi trasformata in cappella con re tavole dipinte da Agostino Detrassi, dello Zodiaco con numerosi stemmi dipinti nei fregi e l’ultima sala detta del Coro. Le sale del piano nobile sono tra loro collegate da un ballatoio che conduce ad un’ampia terrazza decorata con balaustrini che occupa tutto un lato del castello».
Bibliografia e Sitografia
https://castelliere.blogspot.com/2015/11/il-castello-di-sabato-21-novembre.html
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