CENNI STORICI
Il recinto delle Mura di Ferrara, che ancora oggi racchiude al suo interno uno dei più vasti centri storici d'Europa, va riconosciuto come uno dei più interessanti e meglio conservati esempi di architettura fortificata dell'intero continente. L'eccellente stato di conservazione, garantito dalle lungimiranti politiche di restauro del secondo dopoguerra e in particolare dopo gli anni '70 del Novecento, permette oggi di fruire pienamente di questo bene monumentale altamente complesso dalle mille valenze architettoniche, ambientali e culturali.
Raccontare le mura può essere un modo molto efficace anche per comprendere l’evoluzione storica della città fisica, mostrandone le principali fasi di sviluppo e quelle di crisi. Come ci ricorda Giorgio Bassani: «Le mura di Ferrara non si trovano alla periferia della città, bensì vi stanno dentro, sono la città.»
Infatti, oltre ad avere giocato un ruolo fondamentale nella securitas durante secoli in cui l’attività militare condizionava la vita quotidiana delle città, hanno contribuito a determinare un’immagine urbana che si è mantenuta e consolidata nel tempo.
Il Centro di documentazione all'interno di Porta Paola è costituito da diversi pannelli che raccontano le fasi di sviluppo della città a partire proprio dalla tipologia delle fortificazioni che si sono avvicendate nel tempo.
- La prima cinta di mura di Ferrara nel tardo Medioevo
A differenza degli altri capoluoghi della regione Ferrara non ha origini antiche. La tradizione storiografica fa risalire al VII sec. il Castrum bizantino, e i primi insediamenti tra il X e l'XI sec. Le fonti attestano l’esistenza di un primo tratto di mura realizzate tra 1314 e il 1316 sul versante est dell’insediamento, particolarmente esposto agli attacchi dal mare e da Ravenna.
- L’Addizione del 1441-1461
Sconvolgimenti idraulici a seguito della rotta di Ficarolo determinarono una revisione del sistema fortificato e l'inglobamento dell'isola fluviale, dove già dal Duecento era presente un cenobio di monache benedettine. La nuova linea difensiva murata, avviata da Niccolò III già a partire dal 1441, venne completata nei primi anni Cinquanta del Quattrocento, prendendo il nome di Addizione “borsiana”. Le mura borsiane sono caratterizzate da alte cortine merlate e sono intervallate da cinque torri a base quadrangolare.
- L'Addizione Erculea
L'espansione urbana di Ferrara tra Medioevo ed età moderna è stata attuata prevalentemente attraverso "addizioni" ovvero aggrandimenti del nucleo abitato della città. L'ambizioso progetto di Ercole I venne realizzato da Biagio Rossetti e determinò un lungo circuito fortificato a protezione di una nuova parte di città, dall'estensione quasi raddoppiata.
Le mura realizzate tra il 1495 e il 1505 segnano il passaggio dalla difesa piombante a quella “radente”, legata alla potenza delle prime artiglierie e qualificata da una serie di torrioni rotondeggianti e da un fossato d’acqua non profondo.
- Il potenziamento delle mura negli anni di Alfonso I d’Este
Il nuovo duca Alfonso I (1476-1534) mise a punto un piano di protezione della città, specie nel settore sudorientale, perché troppo vulnerabile agli attacchi nemici, facendo erigere baluardi, abbattendo le cortine quattrocentesche e innalzando nuovi tratti murari.
- Gli interventi negli anni di Ercole II d’Este
Ercole II d’Este (1508-1559) trovò una città completamente fortificata; mantenne in buono stato le sue strutture murarie, ripristinando i tratti soggetti a frequenti cedimenti strutturali; attento all'aspetto estetico e paesaggistico, rese alcuni punti di fatto luoghi di delizia per il diporto.
- Il nuovo fronte bastionato meridionale e “di là da Po”
Per tutta la prima metà del XVI secolo Ferrara era stata un vero modello di città fortificata “alla moderna”, considerata inespugnabile. Fu a partire dagli sconvolgimenti del terremoto del 1570 che il duca Alfonso II d’Este (1533-1597) decise di intervenire sul circuito murario, innovandone profondamente il sistema e utilizzando poderosi bastioni dai profondi fianchi rientranti e dotati di orecchioni.
- Le trasformazioni alle mura tra Clemente VIII e Paolo V
Alla morte di Alfonso II d’Este, senza prole, Ferrara ritornava giuridicamente sotto il diretto governo della Chiesa, diventando il capoluogo della Legazione più settentrionale di uno Stato della Chiesa ora confinante con la Repubblica di Venezia. La sicurezza militare divenne quindi un obiettivo importante: al ferrarese Giovan Battista Aleotti (1546-1636) si deve l’elaborazione nel 1605 della nuova fortezza da erigersi nel settore sud-occidentale, a cavallo di un Po sempre più “otturato”; si intervenne anche nel fronte fortificato a est della erigenda fortezza. Nel 1612 si costruì la monumentale Porta Paola disegnata dall’Aleotti.
- Le Mura in età post unitaria
Con il Piano Regolatore della città, affidato dal Comune nel 1911 all’ingegnere Ciro Contini (Ferrara, 1873 - Los Angeles, 1952), il recinto murario venne disciplinato per la prima volta da norme urbanistiche che per esso prevedevano destinazioni d’uso civili e non più militari e l’ammodernamento infrastrutturale di alcune aree: tra queste il Rione Giardino, ove sorsero architetture pubbliche, come scuole, lo stadio comunale e il monumentale serbatoio dell’acquedotto.
Durante la II Guerra Mondiale anche le Mura subirono significative menomazioni in quanto sede di rifugi antiaerei.
Con i loro nove chilometri le mura cingono Ferrara quasi interamente.
Bibliografia e Sitografia
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XV sec.
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