Fano (bastione del Sangallo)

CENNI STORICI

«Fu il timore dei corsari saraceni, diventati famosi per i loro sbarchi improvvisi e per le razzie e carneficine di cui nel 1480 la città di Otranto era stata la vittima più illustre, a indurre i fanesi a progettare (già dalla fine del secolo XV) la costruzione di un nuovo potente baluardo al vertice sud-orientale della cinta murata. Il progetto cominciò però a concretizzarsi solo nel 1532 quando da Roma fu inviato a Fano l'architetto camerale Antonio da Sangallo per il risarcimento delle mura sul lato mare, diroccate allora in più punti, e per progettare il suddetto baluardo. Certo è che i lavori procedettero con lentezza, causa la cronica mancanza di denaro e per il continuo stato di pubblica turbolenza; nel 1549 le opere non erano ancora terminate e solo nel biennio 1551-52 fu possibile portarle a termine sotto la direzione di Luca da Sangallo, ponendo al sommo dello sperone angolare il grande stemma in pietra con l'arma di papa Giulio III e la scritta a ricordo dell'anno giubilare 1550. Da allora il bastione, simile nella struttura a quello di maggiori dimensioni inserito dal Sangallo nella cinta delle mura Aureliane a Roma, ha rappresentato il punto nevralgico della difesa costiera della città, insieme con la vecchia rocca Malatestiana e con il lungo tratto di mura scarpate che ancora oggi fronteggia il mare. Quella che pochi conoscono, causa lo stato di degrado interno in cui si trovava il fortilizio prima dei recenti restauri portati a termine nel dicembre del 2003, è la suggestiva veduta della costa adriatica (dal monte S. Bartolo a nord, al monte Conero a sud) che si può godere dalla sommità del terrapieno addossato agli spalti. Il suddetto ricordato restauro ha finalmente consentito il recupero di tutti gli spazi interni (scoperti e coperti), dal cortile e dal portico che lo caratterizza sul lato orientale, ai terrapieni a più livelli, al grande ambiente usato un tempo per il deposito delle polveri da sparo, ai cunicoli e camminamenti segreti sotterranei. Un monumento che con il coevo tratto di mura che si spinge fino al largo della scomparsa porta Marina è testimonianza esemplare del grado di perfezione raggiunto dall'arte fortificatoria a metà del secolo XVI per opera di autentici specialisti come furono i componenti la famiglia dei Sangallo».

Bibliografia e Sitografia
Articoli di approfondimento

CITTÀ

REGIONE

EPOCA

XV sec.

STATO DI CONSERVAZIONE

Buono

AUTORE DELLE AGGIUNTE / CORREZIONI

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