FAICCHIO (castello ducale)

CENNI STORICI

«Il Castello di Faicchio, denominato nei documenti d'investitura feudale "Rocca Nova", sorge in posizione strategica al centro del paese, su uno sperone di roccia che domina la Valle del Titerno. È proprio la strategia della sua posizione che ha fatto supporre a storici ed archeologi che la primigenia costruzione delle sue mura possa risalire ad epoca antichissima, addirittura sannita (VI sec, a.C.). Sicuramente i Longobardi (VII - X secolo d.C.) tennero la Rocca di Faicchio posta a protezione del Gastadato di Telese. Dopo il domino longobardo, furono i Normanni a governare su Faicchio e sulle zone limitrofe. È a quest'epoca che abbiamo la prima data storicamente certa riferita al castello:1135. Fu edificato o riedificato dai Sanframondo, nuovi signori del luogo. I Sanframondo, normanni, furono sudditi del Regno Normanno prima, poi furono fedeli a Federico II e quindi si legarono politicamente agli Angioini, ai quali rimasero fedeli anche quando quest'ultimi caddero in disgrazia ad opera degli Aragonesi, all'alba del 1440. Il legame politico si tradusse anche in dipendenza culturale, tant'è vero che le forme del castello di Faicchio riecheggiano la tipologia dell'architettura militare angioina, dei Masti o Maschi: pianta quadrilatera, mura a scarpa composte a recinto, quattro torri cilindriche nei vertici. A Faicchio ne sopravvivono solo tre essendo una torre crollata, probabilmente a causa di uno dei tanti terremoti che sconvolsero la Valle Telesina, e non fu più ricostruita, né ve ne resta traccia alcuna lungo il perimetro murario (anche per questo motivo qualche esperto contemporaneo ha avanzato la tesi che la quarta torre non era mai stata costruita e che il Castello avesse solo tre torri). Nel corso del 1300, il Castello fu oggetto di restauri ed ampliamenti, che sicuramente lo ingentilirono, senza togliergli del tutto il rude aspetto di maniero difensivo. Ne sono testimonianza le numerose arcate ogivali, memoria d'arte gotica, che si intravedono anche nei muri della sala del teatro e nelle strutture archiacute delle volte a crociera che coprono due salette attigue, in forte contrasto con l'impianto romanico possente e greve della costruzione normanna, ancora riconoscibile nei tre masti, nelle logge a sud del cortile con i robusti archivolti e i tonici pilastri, nonché nelle feritoie a sguancio.

Spodestati i Sanframondo, rei d'aver partecipato alla rivolta dei baroni, i nuovi dominatori gli Aragonesi misero in vendita il Castello, che dopo alterne vicende nel 1337 giunse nelle mani della famiglia Monsorio che lo tenne fino al 1520. Con i Monsorio l'aria del primo rinascimento entra in Faicchio e nel suo Castello dove sopravvive ancora una bella finestra durazzesca. Le forme attuali del Castello risentono pesantemente del restauro seicentesco voluto dai signori De Martino che lo tennero fino alla soppressione dei diritti feudali. Un ulteriore e meritorio intervento di restauro, che salvò dalla rovina il Castello, ci fu nel 1962 ad opera della famiglia Fragola che lo aveva precedentemente acquisito. L'edificio ha la forma di poligono irregolare, i cui lati sono raccordati tra loro da tre torrioni. La struttura, come detto, richiama il celebre "fratello maggiore" di Napoli, ossia il Maschio Angioino. I torrioni, infatti, seppure in proporzioni ridotte, poggiano su basi tronco-coniche come quelli del castello partenopeo. Il portale è ornato da una corona di bugnato, composta da rocchi alternativamente stretti e larghi, secondo la maniera seicentesca. La volta a botte dell'ingresso immette in un largo cortile scoperto. Sul lato destro presenta un porticato ad archi e pilastri, coperto da volte a vela, che sorregge un terrazzo protetto da una balaustra con anelli in tufo locale scuro. Con questo stesso materiale sono costruiti fregi, decorazioni varie e gli stemmi che ornano il terrazzo più piccolo, affacciato sulla sottostante Piazza Roma. Degna di menzione è una bella e ben conservata scala a chiocciola in tufo grigio scuro, composta di tante mensole sagomate a gradino, ognuna di un sol blocco di tufo. Molto suggestivo anche il campanile che affaccia sulla piazza, del XVIII secolo. Gli arredi originari sono andati dispersi ma gli attuali proprietari hanno allestito con molta cura gli ambienti interni, oggi in parte adibiti a strutture di ricezione alberghiera. Il Castello è visitabile su appuntamento».

Bibliografia e Sitografia

http://www.faicchio.galtiterno.it/pagine/castel1.html

 

Articoli di approfondimento

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XII sec.

STATO DI CONSERVAZIONE

Buono

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