FAICCHIO (arce di Monte Acero, cinta fortificata delle mura megalitiche)

CENNI STORICI

« L'Arce di Monte Acero, sita a 736 m di quota, con la cinta fortificata delle mura megalitiche (VI sec. a. C.), è stata definita dagli studiosi uno dei più importanti esempi dell'architettura militare sannitica. Essa, infatti, insieme a quelle di Piedimonte Matese e di Sepino,costituisce la più singolare opera difensiva dell'antico Sannio. Per la sua posizione, è un ottimo punto panoramico per godere la vista dell'intera valle Telesina. I ruderi rimasti sono in parte coperti da vegetazione e sistemati a varie altezze, secondo i piani naturali del taglio del banco di roccia calcarea. Sulla sommità del Monte, si rileva un circuito murario lungo un perimetro irregolarmente quadrangolare, con mura costituite da grossi blocchi poligonali tendenti al rettangolare, cavati dal calcare stratificato del monte secondo i naturali punti di rottura: gli interstizi sono riempiti di pietrame minuto. La cinta, databile al IV secolo a. C., ha un perimetro di circa 3 km con un'altezza media del muro di m 3,50. Una porta si trova in un saliente sul lato meridionale, in direzione di Telesia, mentre una seconda porta è ubicata nel punto più basso della cresta, tra le due cime del monte. Si tratta di una tipica fortificazione apicale sannita che domina il medio corso del Volturno e la bassa valle del Calore, controllando in antico l’importante via di comunicazione che congiungeva Allifae a Beneventum, passando per Telesia. Tratti di mura in opera poligonale si rilevano intorno al convento di S. Pasquale, che domina, dalla collina Monte Monaco di Gioia, l'abitato odierno di Faicchio. Si tratta di mura pertinenti una cinta difensiva, con una sola porta di accesso, collocabile cronologicamente in epoca sannitica. Il tratto a sud è quello meglio conservato della fortificazione e si trova a m 50 a valle del monastero: i blocchi sono di grandezza diversa, con le facce abbastanza levigate; l'altezza del muro giunge fino ai m 3,50. Il muro è stato utilizzato, all'epoca della costruzione del monastero, come sentiero che, ancora oggi, sale ripido dal paese. Altri tratti meno ben conservati si trovano lungo il valloncello ad ovest e in scarpata ad est del recinto del vasto giardino del convento. La cinta doveva essere di forma rozzamente triangolare e raggiungeva, verso l'alto, uno spuntone della cresta che corre verso la montagna».

Bibliografia e Sitografia

http://www.archemail.it/arche9/0faicchio1.htm (a cura del Gruppo Archeologico Napoletano)

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