CENNI STORICI
«...Con l’arrivo dei Normanni e la cacciata dei Bizantini Crucoli vive una nuova fase, con l’impianto del poderoso castello sulla sommità più alta, a dominio dell’abitato, sul modello di altri centri calabresi (Nicastro/S. Teodoro, Morano Calabro, Santa Severina, Squillace ad esempio), imperniando la difesa su un poderoso Mastio o Dongione centrale, protetto da un forte recinto con torri adatte alla difesa piombante, passiva, con caditoie, scivoli ed altri apprestamenti tecnici tipici di questi manieri. Stando a notizie di Gioacchino da Fiore, tuttavia, qualche forma di fortificazione dovette già esistere nel sito del castello già intorno al Mille. Con i vari passaggi a varie famiglie feudali (Gentile, Tarsia, Regibajo, D’Aquino, che lo tennero dal 1356 al 1631) che si successero a seguito dei cambi di dominazioni che ebbero il Regno di Napoli (Svevi, Angioini, Aragonesi) fino alla creazione del Viceregno non si ebbero imponenti ristrutturazioni del castello, come in altre città calabresi, ma tuttavia furono adottati accorgimenti funzionali per rendere la struttura sempre ‘moderna’ e atta alle nuove tecniche di guerra e per l’impiego di nuove tecnologie belliche, come le armi da fuoco, adatte alla difesa radente in caso di assedi ed assalti. Grazie alla sua presenza la stessa Città di Crucoli fu un caposaldo strategico dell’allora Calabria Citra (il cui capoluogo era Cosenza), a controllo di un tratto di costa notevole tra Rossano e Cotrone, tanto da comparire in tutte le cartografie d’epoca. La sua organizzazione interna, attualmente poco leggibile ma legata ad un progetto di recupero e restauro da parte dell’Amministrazione Comunale, è nota grazie a due atti notarili. Il primo, redatto nel 1780 dal notaio De Luca, ci informa che "il castello destinato per abitazione del padrone, consiste in due membri inferiori e superiori e di due consignazioni di vassalli, le quali sono parti al piano terreno e parti anche con consignazioni al di sopra, coverte per lo più a tetto e scandole di legno, ma quest'altre d'alcuni casini di delizie anche attinenti all'uso comodo della camera marchesale, consistenti uno di essi nel luogo denominato Torretta anche di più membri inferiori e superiori, gli altri nel luogo detto Cassia, oltre l'altro Belvedere il quale è ridotto a casaleno ed inabitabile". Il secondo, del notaio Iuzzolino (1894), oltre ad informarci che è raggiungibile anche in carrozza e dotato di sei bastioni, riporta che «... in mezzo al castello vi è una specie di rocca o fortezza, le cui muraglia sono antichissime e ora abbandonate...», dunque testimonianza del più antico Mastio che a modello di quelli di Scribla, Squillace, Santa Severina e Nicastro, distingueva i castelli normanni. Dall’ atto si apprende anche l’esistenza di tre cisterne, cantine, quartini abitabili al piano "del gran cortile" e quartini per i nobili Superiori "...In modo che possano rifugiarsi nel castello fino a 1000 persone...". Nel 1631 il castello fu venduto agli Amalfitano che lo tennero fino al 1781. Tra il 1866 e il 1940 il castello fu noto come "Castello del Marchese di Crucoli, Conte di Savelli" ed era sede dei magazzini del Monte Frumentario».
Bibliografia e Sitografia
http://mav.comune.crucoli.kr.it:10080/web/it/storia.territorio.php (a cura di Alfredo Ruga)
Articoli di approfondimento
CITTÀ
PROVINCIA
REGIONE
EPOCA
XIX sec.
STATO DI CONSERVAZIONE
Buono
AUTORE DELLE AGGIUNTE / CORREZIONI
SITO UFFICIALE
IMMAGINI