CENNI STORICI
Fondata, secondo la tradizione, dai compagni di Enea nel 1315 a.C. lungo la parete est della collina di Santo Pietro. Enea infatti, durante il viaggio dalla sua patria alla foce del Tevere, riparò con la sua flotta nelle rada del Traejs o se vogliamo anche Illias, nomi diversi dell'odierno Trionto.
I fedeli sudditi, quale atto di devozione al loro Principe, diedero alla realtà fondata il nome di sua moglie Kreusa (a cui venne data la desinenza in “ia” divenendo Kreusia poi Krusia, Crusìa per poi cambiare definitivamente dopo l'unita d'Italia in Crosia).
Raggiunge il Suo massimo splendore (a giudicare dai reperti) tra il X e l'VIII secolo a.C.
Annessa al territorio di Crotone, divenne centro di frontiera, assumendo grande importanza strategica per il porto ubicato nell'Ilyas, accoglie probabilmente i superstiti Sibariti, dopo la disfatta subita dai Crotoniati.
Distrutta dallo spaventoso sismo del 379 d.C., fu riedificata sulla parte alta della collina. Il Trionto, che lambisce la collina, fu teatro di due battaglie memorabili quanto cruente: nel 510 a.C. tra Sibariti e Crotoniati, in località Strange, e tra Goti e Bizantini, in località Caliò.
Il lungo periodo feudale vide Crosia il dominio di ben trentatré feudatari, da Matteo da Cariati ai Sambiase.
Sotto Teodoro Mandatoriccio, Crosia divenne ducato e feudo ambitissimo, conteso tra i più potenti casati del regno di Napoli.
Dell'antico splendore di Crosia, Comune autonomo dal 1938, rimane solo il ricordo o qualche magnifico reperto che affiora spontaneamente dal terreno. Crosia ha ritrovato grande vitalità dopo i fatti straordinari e misteriosi avvenuti nella Chiesetta della Pietà e che, dal 23 Maggio 1987, hanno interessato scienziati, teologi e migliaia di pellegrini.
Di grande interesse e richiamo turistico sono alcune testimonianze storiche e monumentali artistiche: il Centro storico, con le sue caratteristiche viuzze e i suoi palazzi antichi; il Castello Feudale di Mirto (inizio '600); la Chiesa Matrice dedicata a S. Michele Arcangelo (forse sec. XI); la Chiesa della Madonna della Pietà (“Mater Dolorosa”, inizi '500); il sistema delle Torri da Difesa quale la Torre di S. Tecla in contrada Fiumarella (sec. XVI) e la Torre del Giglio in contrada Sorrento (metà del sec. XV); Il Càsino della Vota, antica fattoria; la Chiesa del Divin Cuore di Gesù a Mirto, con i suoi artistici mosaici.
Torre cilindrica su base troncoconica detta di Santa Tecla. Costruita nella seconda meta del XVI secolo faceva parte di un complesso sistema di avvistamento e segnalazione. Collegata visivamente con l'Acquaniti di Pietrapaola, con la Torre del Trionto, col Castello di Calopezzati, con la Fortezza di Crosia e con Caloveto. Dall'altura prossima alla foce del torrente Fiumarella, domina oltre cinquanta miglia della costa del mare Ionio. All'epoca delle incursioni ottomane, lanciava segnali di fumo per avvertire le popolazioni del pericolo imminente.
Bibliografia e Sitografia
https://calabriastraordinaria.it/destinazioni/crosia-il-miracolo-della-madonna-della-pieta
http://laboratoriocamenzind.blogspot.com/2019/04/beni-culturali-archeologici.html
Articoli di approfondimento
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