Cretone (fraz. di Palombara Sabina, castello Savelli)

CENNI STORICI

 

«Cretone, oggi frazione di Palombara Sabina, sorge al margine sinistro del fondovalle del Tevere; è centro esclusivamente agricolo, piccolo ma abbastanza carico di notizie storiche, legate alle due potenti famiglie dei Crescenzi e dei Savelli. Ancora non è stato reperito un documento che ci dia la data di nascita dì questo castello: è presumibile tuttavia che sia coevo di quello di Palombara, costruito per difesa a valle del più importante possedimento in Sabina della potente famiglia Crescenzi-Ottaviano. Verso la metà del XIII secolo a Deodato da Cretone “i fratelli Federico, Ottaviano, Rinaldo e Pietro, figli di Rinaldo di Palombara, anche a nome di Egidio e Bertoldo, altri loro fratelli assenti, vendono il Castelluccio posto nel distretto di Palombara, ossia Casale detto di Poggio di Fiora con palazzo, giardino, vigna et altre tenute e terreni nel territorio di Palombara”. Gli stessi, nel 1276, vendono a Deodato da Cretone alcuni terreni di Castiglione. Nel 1278 un istromento rogato in Rocca Savella dal notaro Bernardo Bardonier di Carcascona dice che Pandolfo, fratello, e Giovanni, nipote, vendevano al loro comune fratello e zio Giacomo Savelli, cardinale diacono di S. Maria in Cosmedin, il castello di Palombara e il castello di Monte Verde, il quale ultimo, fra gli altri, confinava con i castelli del signor Diodato di Cretone. Il 27 gennaio 1387 il castrum Cretonis è indicato fra i fondi confinanti con Grypte Marotie nel pegno dato da Nicolò Colonna a Nicolò Conti, a garanzia della dote di Jacoba Conti, sua moglie. Dal testamento di Paolo Savelli – capostipite della linea di Rignano e valoroso capitano, alla cui morte (1405) la Serenissima volle innalzargli un monumento con epitaffio nella chiesa dei Frari – Cretone risulta fra i castelli a lui soggetti. Con testamento in data 11 ottobre 1445 Battista Savelli lascia al minore Giacomo il castello di Cretone, oltre a quelli di Palombara, di Deodato (Castel Chiodato), di Poggio Montavano e di Castiglione (diruto).

Nel 1460 la ribellione al papa Pio II dell’altero barone Iacopo Savelli aveva trasformato la rocca di Palombara in un sicuro rifugio per quanti recavano turbamento alla città di Roma. Il pontefice quindi prese la decisione di mettere ordine, prima di intraprendere altre campagne in zone più lontane; “non si deve affrontare una guerra lontana se non c’è la pace in patria, né di tollerare che i sudditi dettino legge ai loro superiori”. Erano a disposizione del Piccolomini Alessandro Sforza e Federico di Urbino che marciarono sulla Sabina. Federico occupò Cantalupo e Forano; Alessandro conquistò Cretone, “che fu espugnata dopo molte difficoltà; infatti le mura avevano uno spessore di sedici piedi, eppure, benché i cittadini vi riponessero una grande fiducia, furono buttate giù e smantellate. Tutta la città fu distrutta e data alle fiamme. Alessandro prese anche Castell’Arcione”. La prima distruzione di Cretone è del 1461. Dopo la resa, Pio II perdonò a Iacopo Savelli e lo lasciò anche padrone della rocca di Palombara; dal testamento del 27 luglio 1463 si sa che la mola di Cretone è lasciata alle tre figlie Bartolomea, Battistina e Leonarda. Dopo la sconfitta del 1461 la celebre casa dei Savelli cadde sempre più in rovina e di tutti i suoi beni nella Sabina, conservò solo le erte rocche di Aspra e Palombara. Nelle lotte dell’ultimo decennio del XV secolo fra Colonna e Orsini si inserì Troiano Savelli di Ariccia, alleato di questi ultimi, ai danni dei Savelli di Palombara. In aiuto di questi accorse da Napoli Muzio Colonna. Insieme invasero le terre dei conti di Ariccia. In Sabi­na occuparono e saccheggiarono Cretone e appiccarono il fuoco a Stazzano. Nel 1599 appartenevano a Marino Savelli, vescovo di Gubbio, la metà della mola a grano sotto Cretone, la tenuta di S. Basilio nel territorio di Palombara ei castelli di Cretone, Castel Chiodato e Grotte Marozza. Cinquanta anni prima, il 29 gennaio 1549, il card. Bernardo Salviati, gran priore di S. Basilio, concedeva a Federico e Bernardino Savelli, a terza generazione, un appezzamento del tenimento di Cretone. ... Il castello medievale, giunto sino ai nostri giorni, pur se in pessimo stato di conservazione e di proprietà di singoli cittadini, mostra ancora i segni del passato splendore: un bel portale cinquecentesco, scritte sugli architravi di alcune finestre prospicienti l’abitato di Palombara, strutture murarie quattro-cinquecentesche, evidente rifacimento, conseguente alle distruzioni del XV secolo nelle furenti lotte fra Orsini e Colonna. ...».

Bibliografia e Sitografia

https://castelliere.blogspot.com/2016/11/il-castello-di-sabato-26-novembre.html

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