Costamezzana (fraz. di Noceto, castello)

CENNI STORICI

Le prime notizie relative al castello risalgono agli Statuti del 1297 dove si ha notizia di un fortilizio ghibellino distrutto dal Comune di Parma; confermando l’ipotesi della sua esistenza già dal sec. XIII quando l’imperatore Federico II infeudò queste terre, con il diploma pisano del 1249, ad Oberto il Grande della famiglia Pallavicino. Ricostruito dai da Comazzano, fu assediato e costretto alla resa dalla fazione guelfa di Parma nel 1325, quando signore di Costamezzana era Jacopo da Comazzano. Tornato ad essere dominio dei Pallavicino nel 1377, Niccolò Pallavicino ne ordinò la riedificazione ma, mentre erano in corso i lavori di totale riassetto del castello, fu accusato, da Barnabò Visconti signore di Milano, di complicità nell’uccisione del fratello Matteo signore di Lodi, Parma e castellano di Tabiano, con la conseguente interruzione immediata dei lavori. Nel 1389 Niccolò, Giovanni e Federico Pallavicino riacquistarono fiducia e favori del Duca di Milano e la Rocca di Costamezzana potè così essere ultimata verso il 1395, anno in cui l’imperatore Venceslao conferma l’investitura del feudo al casato Pallavicino. Il castello ricevette un nuovo e pesante battesimo di fuoco nel 1403, quando la Famiglia rivale dei Rossi l’assediò, decisi a vendicare l’incendio della Pieve di Altavilla, cioè Pieveottoville, in odio ai guelfi di Sommo e di Cavalcabò; a nulla valse l’eroica difesa di 600 militi al comando del futuro "Magnifico" della famiglia, il Giovane Orlando Pallavicino, che resistettero al primo assalto ma non ai successivi e maggiori nel corso dell’ anno, che costarono la devastazione del Castello e delle terre di Costamezzana. La storia continua nel 1445 quando per investitura della Corte di Milano il castello con tutto il feudo passò a Jacopo e Francesco Piccinino, eredi del condottiero milanese Niccolò, morto nel 1444. Alla morte di Orlando Pallavicino, tornato in possesso del castello nel 1455, il feudo di Costamezzana passò al figlio Gian Manfredo nel 1457, sul quale cadde una scomunica (8 giugno 1481). Con la fine del XV secolo sembrano finire le notizie precise sulla sorte del Castello; per arrivare fino al 1706 quando il feudo era di ragione della Camera Ducale di Parma, che ne infeudò il piacentino Benedetto Mischi, Governatore di Parma, elevando Costamezzana al rango di marchesato. Alla soppressione dei Feudi per legge napoleonica del 1805 il castello era ancora possesso della famiglia Mischi, che lo conservò fino alla fine dell’800, quando essi lo alienarono alla famiglia Barbieri di Parma. II Castello di Costamezzana conserva ancora un aspetto abbastanza imponente, con la bella torre rotonda alla piacentina ed un mastio quadrato, dotato di ingresso al vertice contrapposto fronteggiante un ambiente trapezoidale e la torre circolare. In sporgenza su uno dei lati si eleva una specie di cubicolo che permette l’accesso al cortile, mentre alla base del triangolo è inserito un ampio "corridoio" che funge da ingresso principale. Nella parte più antica, individuabile dal forte spessore della muratura, le finestre, che danno luce ai pochi ambienti, sono fortemente strombate. L’antica cappella che ospitava la chiesa "Ecclesia S. Petri de Costa Mezzana Tabernariorum", con annesso il campanile, è passata al rango prima di stalla poi di fienile ed attualmente, restaurata esternamente, adibita a deposito. Gli altri edifici sono adibiti a casamento agricolo, ma in onore all’ipotesi che vuole il predicato Costamezzana dei Tavernieri "alle molte taverne e osterie" che nel medioevo ristoravano il passaggio sulla via francigena, il castello ospita una trattoria con tanto di cucina tradizionale parmigiana e vini delle coste di questa fertile e piacevole terra.

Bibliografia e Sitografia

https://it.wikipedia.org/wiki/Castello_di_Costamezzana

Articoli di approfondimento

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XIII sec.

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